«Il reddito di cittadinanza è molto efficace per contrastare la povertà assoluta. In 8 mesi l’abbiamo ridotta del 60 per cento, un risultato incredibile». Così parlava Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, lo scorso dicembre. Dichiarazioni che fecero discutere all’epoca, tanto che fu costretto a correggere il tiro. Disse che in realtà la povertà era diminuita dell’8 per cento, sbagliando ancora. A scanso da equivoci, ora arriva la conferma dell’Istat che smentisce del tutto i dati diffusi da Tridico sull’impatto del Reddito di cittadinanza sulla riduzione della povertà. L’Istituto nazionale di statistica ha infatti diffuso i dati sulla povertà in Italia nel 2019, quindi prima dell’arrivo del coronavirus, e questi mettono spalle al muro il numero uno dell’Inps. L’anno scorso, dopo quattro anni di aumento, si è ridotta per la prima volta la povertà assoluta. «Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4 per cento (7,0 per cento nel 2018) – riporta il Foglio – per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui con un’incidenza del 7,7 per cento (8,4 per cento nel 2018)».
REDDITO DI CITTADINANZA, ISTAT SBUGIARDA TRIDICO E INPS
La povertà assoluta quindi è diminuita di 0,6 punti, non del 60 per cento come sostenevano Pasquale Tridico e il Movimento 5 Stelle. Il numero di persone in povertà assoluta è sceso di circa 400mila unità. Si tratta, come riportato dal Foglio, di un calo del 9 per cento, molto meno del 60 per cento, per il quale avrebbe dovuto esserci un calo di 3 milioni di poveri. Anche gli altri dati sono meno positivi rispetto alle stime del Centro studi dell’Inps. L’intensità di povertà e la povertà relativa sono pressoché costanti (con la prima addirittura cresciuta di quasi un punto). I numeri diffusi all’epoca allora sono una «fantasiosa e personale elaborazione di Tridico», secondo quanto scritto da Luciano Capone. In effetti bastava tener conto del fatto che il 60 per cento dei poveri assoluti era addirittura una quota superiore a quella dei beneficiari del Reddito di cittadinanza per capire che quei dati erano inattendibili. Il problema in effetti è pure questo, oltre alla questione dell’impatto del Reddito di cittadinanza. Quanto è affidabile l’Inps? È normale che si presti alla propaganda politica?