Raphael Gualazzi ospite della prima puntata di “20 anni che siamo italiani“, lo show evento condotto da Vanessa Incontrada e Gigi D’Alessio e tramesso in replica da sabato 20 giugno 2020 in prima serata su Rai1. Un’occasione davvero speciale per il cantautore per presentare il brano Carioca portato in gara all’ultimo Festival di Sanremo 2020. Un brano che ha segnato il suo ritorno sulle scene musicali a distanza di sei anni dall’ultima partecipazione; un brano che ha presentato alla stampa come l’inizio di un nuovo bellissimo viaggio. Proprio così, “Carioca” per Gualazzi è l’inizio di una nuova era che ha voluto presentare così anche sui social: “è il sogno di una vita celebrata ogni giorno nella sua bellezza e nell’unicità delle sue passioni, dove ogni singolo momento come in musica rappresenta il respiro dell’anima”. Poco dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2020, Gualazzi ha pubblicato anche il nuovo disco dal titolo “Ho un piano” in cui ha collaborato con diversi produttori molto noti nella scena rap. Una scelta inusuale per l’artista che ha raccontato così: “l’incontro è stato meraviglioso perché ho proprio detto a loro “Ho un piano”: il pianoforte è l’epicentro da cui parte il mio lavoro artistico. Loro hanno avuto interesse da subito e hanno dato un grande contributo all’album. Abbiamo affrontato una fusione generi diversi: è importante perché è questo che porta avanti la musica”.
Raphael Gualazzi: da Sanremo al brano “Italia”
La musica per Raphael Gualazzi è sempre stata sinonimo di sperimentazione. La conferma arriva proprio dall’ultimo singolo “Carioca” e dall’album “Ho un piano” che è un mix di suoni e generi. “Ho ascoltato sempre tipi di musica diversi. Penso che questo album non abbia smentito il mio approccio poliedrico. La voglia di gustare i diversi sapori della musica si trasforma nella voglia di scrivere i brani ne dare un sapore variopinto all’album” ha detto l’artista a Radio Italia che non nasconde di avere delle serie difficoltà a scegliere la traccia preferita del disco. “Credo che per un musicista i brani siano come figli: è molto difficile sceglierne uno in particolare. Sono contento di tutte le collaborazioni, perché sono dverse ma legate da un filo conduttore che è il piano” – ha precisato l’artista che però ha una lieve preferenza per i brani “Italia” e “E se domani”. In particolare nel brano “Italia” ha deciso di trattare temi importanti come quello dell’immigrazione. “Dopo alcuni scontri nella politica internazionale, mi sono reso conto che il mio punto di vista era molto duro: ho visto politici urlarsi contro e dare un pessimo esempio. Di fronte al problema dell’immigrazione, ho visto muri alzarsi e ponti crollare: sarebbe molto importante, invece, prendersi per mano e affrontare il problema” ha detto Gualazzi che nel disco ha voluto anche l’amica e collega Simona Molinari proprio nel brano “E se domani”. Una collaborazione di cui va molto fiero: ” Simona è meravigliosa dal punto di vista musicale e scenico. Non c’era fiore abbastanza grande per ringraziarla di questo gesto. Siamo stati felici e onorati di poter omaggiare Mina, che lo portò al successo questa canzone dopo la prima esibizione da parte di un duo maschile”.