Aggiornamento a “La Vita in Diretta” sul caso Luca Sacchi, con la presenza in studio della mamma del giovane ucciso, Tina: “Innanzitutto – ha dichiarato –, sono contentissima che abbiano rigettato questo rito abbreviato che era stato richiesto e poi, finalmente, si comincerà questo processo. Voglio capire perché mio figlio non c’è più. Questo è un primo passo in avanti verso la verità. Per come abbiamo cresciuto mio figlio io e mio marito, voglio che Luca venga allontanato da queste persone. Lui ha conosciuto solo Princi ed è stata la fine della sua vita“. Vi è, sullo sfondo, la figura di Anastasiya, oggi presente in aula, ma sparita nel nulla per quanto riguarda i rapporti con la famiglia di Luca: “Perché non è venuta da noi genitori? Perché non ha detto come stanno le cose?”, ha tuonato la signora Tina. “C’era qualcosa che non andava, troppa complicità tra lei e Princi. Pensavo ci fosse qualcosa tra di loro a livello sentimentale, invece c’era ben altra cosa…”. Paolo Salice, l’avvocato della famiglia Sacchi, ha inoltre affermato: “Ci auguriamo che possa finalmente emergere la verità durante il processo da parte di chi sa”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
LUCA SACCHI, NIENTE RITO ABBREVIATO PER DEL GROSSO
Niente rito abbreviato per i giovani accusati della morte di Luca Sacchi. Di conseguenza, Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Marcello De Propris saranno processati con rito ordinario. Il primo ha premuto il grilletto della pistola, il secondo ha colpito con una mazza Luca e la fidanzata Anastasiya per prendere lo zainetto con i 70mila euro, mentre il terzo avrebbe fornito la pistola usata per la rapina finita in tragedia. Dunque, niente sconti di pena in caso di condanna. La Corte d’Assise ha infatti respinto la richiesta e rigettato pure tutte le altre eccezioni avanzate dagli imputati. Al momento non sono note le motivazioni del rifiuto, ma è probabile che la Corte abbia respinto la richiesta perché, secondo quanto stabilito dalla riforma del Codice penale, chi è accusato di un reato che può avere come condanna l’ergastolo, allora non può accedere a formule che prevedono la riduzione della condanna. Nel merito entrerà la mamma del personal trainer ucciso, che sarà ospite de La Vita in Diretta per commentare le ultime notizie sul caso. Recentemente ha dichiarato che il figlio Luca voleva “aiutare la fidanzata a tirarsi fuori dai guai. Non era coinvolto nella trattativa per la droga“. (agg. di Silvana Palazzo)
L’AVVOCATO DI PRINCI “RICORSO CONTRO SENTENZA”
Ulteriore aggiornamento sul caso Luca Sacchi: erano stati chiesti 6 anni e 4 mesi per Giovanni Princi, l’amico della vittima, ma il giudice Balestrieri non ha tenuto conto dell’aggravante dell’ingente quantitativo, così come richiesto proprio dalla Difesa. Il giovane non era presente in aula questa mattina e il suo avvocato, intercettato dall’inviata de “La Vita in Diretta” nelle scorse ore, non ha voluto rispondere su quest’aspetto, ma ha asserito: “Noi ora valuteremo le motivazioni della sentenza. Il giudice si è preso 90 giorni per renderle note; dopodiché faremo le nostre riflessioni, presumo ricorreremo. Non credo si possa parlare di delitto consumato, bensì di delitto tentato. Princi attende giustizia e come tutti i ragazzi giovani guarda al suo futuro“. Il papà è rimasto fortemente deluso dalla pena inflitta, non ritenuta congrua. Pare che Princi fosse ben instradato nel mondo della droga e avesse contatti frequenti con narcotrafficanti potenti, come emerso dalle chat ripescate dallo smartphone del ragazzo. (aggiornamento Alessandro Nidi)
OMICIDIO LUCA SACCHI, 4 ANNI GIOVANNI PRINCI
C’è la prima condanna nella vicenda legata all’omicidio di Luca Sacchi. L’amico di infanzia Giovanni Princi è stato infatti condannato a 4 anni di carcere dal gup di Roma. Il giudice Pier Luigi Balestrieri ha accolto la richiesta della pm Nadia Plastina, che a Princi contesta la violazione della legge sugli stupefacenti: era accusato del tentativo di acquisto di 15 chilogrammi di marijuana. Il padre del personal trainer ucciso nell’ottobre scorso davanti al John Cabot pub in zona Appio dopo la sentenza ha espresso tutta la sua delusione. «Mi aspettavo di più», il commento del papà di Luca Sacchi. Secondo l’ipotesi investigativa, Giovanni Princi, che resta agli arresti domiciliari, fece da intermediario con la fidanzata della vittima, l’ucraina Anastasiya, nella trattativa per l’acquisto di un quantitativo di marijuana con il gruppo di San Basilio, capeggiato da Valerio Del Grosso, il giovane che ha ucciso Luca Sacchi, e dal complice Paolo Pirino. Quella trattativa poi è finita in tragedia con la morte appunto di Luca Sacchi.
OMICIDIO LUCA SACCHI, CONDANNATO GIOVANNI PRINCI
«Mio figlio non ci sta più», ricorda Alfonso Sacchi. La condanna a Giovanni Princi è in effetti molto più bassa di quanto era stato chiesto dalla procura, di un terzo circa. Ma si tratta di un primo punto fermo nella vicenda che ha portato all’omicidio di Luca Sacchi. Il pm Nadia Plastina ha sempre evidenziato la personalità manipolatoria dell’amico di infanzia del personal trainer, oltre che la sua determinazione a delinquere. Non ha mai collaborato alle indagini, anche dopo il suo arresto. Ad esempio, ha scelto di non rispondere agli interrogatori di garanzia. Invece Anastasiya, la fidanzata di Luca Sacchi, era affascinata dall’intraprendenza “imprenditoriale” tanto da aderirvi con convinzione. Dal canto suo, Luca Sacchi subiva la personalità dell’ex amico che aveva allontanato da lui e dalla sua famiglia la fidanzata. Dalle ultime intercettazioni è emerso come il personal trainer fosse partecipe degli affari dei due ragazzi, ma cercasse di tenersi a distanza da lui e di mettere in guardia la fidanzata.