Non è da oggi che Enrico Letta spinge per l’adesione immediata dell’Italia al Mes e al Recovery Fund, ma è nell’intervista a “Il Dubbio” in edicola oggi che l’ex Premier Pd spinge per un possibile piano “immediato” di negoziazione tra Italia e Unione Europea in merito all’alto debito pubblico aumentato dal nostro Paese a dismisura nel pieno dell’emergenza Covid-19. «10 anni fa la risposta della Ue alla crisi fu totalmente diversa da oggi, in direzione dell’austerità. I Paesi in difficoltà, come la Grecia e l’Italia, vennero lasciati a loro stessi, ed è quello il momento in cui comincia la “luna di fiele” dei cittadini continentali con l’Europa, continuata poi con la crisi dei rifugiati del 2015. Egoismo insopportabile da parte dei Paesi membri, che ha nutrito l’antierupeismo anche e soprattutto in Italia», spiega Letta in merito alla sua visione su come oggi l’Europa esca dalla prima fase di pandemia generalizzata.
Difesa a spada tratta della Commissione Von der Leyen e attacco ai sovranisti che contestano in Mes e Recovery due piani che legheranno il nostro Paese ad un futuro infausto. «Sono prestiti a un tasso di interesse migliore del 200 per cento rispetto a quello che l’Italia otterrebbe se li chiedesse da sola. Poi sono risorse oltre che importanti, anche rapidamente disponibili: i fondi del Recovery sono pluriennali, ma non arriveranno prima del 2021. L’impatto sui conti pubblici sarà basso: tra i 20 e i 30 miliardi, su un complesso di centinaia», sostiene l’attuale direttore di Scienze Politiche alla Sorbona di Parigi.
LETTA: “DEBITO ITALIA GESTITO DALL’UE”
Un Letta “lontano” dalla politica italiana solo fisicamente, ma ben dentro le dinamiche che vedono il Governo Conte attaccato su più fronti per l’immobilismo in merito agli interventi strutturali di rilancio per l’Italia post-Covid: «ero molto preoccupato per la deriva antieuropea del mio Paese, per questa specie di autarchia all’ungherese che vedevo instaurarsi, e della quale l’ultimo segnale è il voto di venerdì scorso al Parlamento europeo, dove i rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia si son fatti guida degli xenofobi e dei razzisti votando contro una risoluzione di condanna di violenza e razzismo, il che è una posizione di rara bestialità. E dunque su questo governo ho un giudizio molto netto: considero difficile che l’attuale Parlamento italiano possa esprimere un esecutivo migliore di questo».
Nella lunga intervista a “Il Dubbio” l’ex Presidente del Consiglio prima del famoso “Enrico stai sereno” di Renzi sottoscrive l’utilità del Fondo Salva Stati («Mes non è il diavolo, fu usato tra l’altro dalla Spagna nel 2012 per farla uscire dalla crisi, con successo. Avremmo dovuto usarlo anche noi») ma soprattutto lancia un possibile piano per sul futuro della condivisione del debito in Europa, nonostante il fallimento degli eurobond richiesti da Conte: «La nostra situazione è peggiore solo perché peggiore è la nostra situazione economica. Siamo nelle condizioni di dover chiedere, e per chiedere il Paese deve essere unito», ma anche in Francia e Spagna la disunità politica è marcata, secondo Letta.
Per questo, conclude l’ex Premier, «Credo che il governo italiano debba affrontare il problema del debito pubblico, e che debba affrontarlo a livello europeo. Dobbiamo aprire questo capitolo non appena il Recovery Fund sarà approvato»: un lavoro diplomatico per far capire che il problema italiano è un problema di tutti. «Bisogna porre subito il problema, perché già in autunno ci saranno conseguenze nei downgrading delle agenzie di rating. Bisogna che tutti e 19 i Paesi che compongono l’eurozona affrontino il problema, assieme alla Bce. E bisogna concentrare su questo punto lo sforzo italiano, convincendo Francia e Germania a seguirci», sottolinea Letta.