Nel vasto panorama di cordoglio politico per la morte di Alfredo Biondi è il messaggio di Silvio Berlusconi quello più toccante e personale: «Oggi piango la scomparsa del grande amico, prima che del politico Alfredo Biondi. Un autentico liberale, che dopo un brillante percorso ai vertici del Partito Liberale, ha aderito sin dalla sua nascita a Forza Italia, condividendone lo spirito e portandovi il suo bagaglio di idee, valori e l’autorevolezza che lo ha sempre contraddistinto», scrive l’ex Cavaliere in una lungo ricordo su Facebook dell’amico col quale fondò tanto Forza Italia quanto il PdL.
Per Berlusconi la scelta di Biondi a Ministro della Giustizia fu premiata dalle «coraggiose battaglie di matrice garantista», cui si aggiungono le tante discussioni e confronti che negli anni Forza Italia ha sempre mantenuto con Biondi. Infine, nel prendere commiato dalla sua triste scomparsa, Berlusconi scrive «negli anni non ho mai smesso di confrontarmi con lui sui temi di attualità e in particolare sulle anomalie del sistema giudiziario italiano. Alla luce delle recenti notizie di cronaca, le sue idee in fatto di diritti e di giustizia appaiono ancora attualissime. Mancherà molto a me e a tutta la comunità di Forza Italia che lui stesso ha contribuito a far nascere. Ciao Alfredo».
Collega di partito e spesso vicina nelle battaglie garantiste, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ricorda così l’amico compianto «Desidero esprimere profondo cordoglio per la scomparsa di Alfredo Biondi, storico esponente liberale del nostro Paese. Avvocato, più volte ministro, vicepresidente della Camera, Senatore e Deputato, spese gran parte della sua vita al servizio del Paese, contribuendo alla sua crescita sociale ed economica. Ai familiari esprimo la mia vicinanza».
È MORTO ALFREDO BIONDI
È morto l’ultimo grande liberale della politica italiana: Alfredo Biondi avrebbe compiuto tra 4 giorni i suoi 92 anni, storico leader del Partito Liberale e poi tra i primi aderenti a Forza Italia di Silvio Berlusconi nella storica discesa in campo del 1994. A darne l’annuncio con tristezza il deputato azzurro Roberto Cassinelli, «Il vecchio leone ci ha lasciati. Dopo 92 anni spesi al servizio del Paese, dell’idea liberale e della sua famiglia, questa notte è scomparso Alfredo Biondi». Dalla fulgida carriera politica, parlamentare dal 1968 al 1972 e poi ininterrottamente dal ’79 fino al 2008 tra PLI e FI, è stato più volte ministro, l’ultimo nel primo (breve) Governo Berlusconi tra il 1994 e il 1995. Era malato da tempo Biondi e colpito anche nel dramma della perdita del figlio Carlo, l’avvocato 62enne morto nel dicembre 2019 per una grave malattia incurabile. Negli ultimi mesi di sofferenza Biondi ha assistito alla crisi economico-sanitaria tra le peggiori della storia recente italiana, ritirandosi dalle uscite pubbliche ma non perdendo l’interesse – spiega ancora Cassinelli – per la res-publica.
LA VISIONE LIBERALE DI BIONDI
«Se ne va l’ultimo dei grandi liberali, il baluardo di una generazione che cambiò l’Italia strappandola alla dittatura e portandola sulla via della democrazia e del progresso sociale ed economico. Il dolore è grande, ma non quanto il contributo di idee e di azione che Alfredo ci lascia. Perdo un amico fraterno, un maestro, una guida. Con lui ho condiviso decenni di battaglie, iniziative, campagne elettorali. Gioie e dolori, successi e amarezze, vittorie e sconfitte. Senza mai venir meno ai valori dell’onestà intellettuale, della lealtà e della correttezza», è il ricordo commosso del parlamentare di Forza Italia. Assieme ad Antonio Martino ha rappresentato l’anima della destra liberale nel partito di Berlusconi (unendosi a quella democristiana e a quella socialista), tra i migliori consiglieri dell’ex Cavaliere.
Dopo il secondo Governo Prodi, Alfredo Biondi salutò con favore il nuovo Partito delle Libertà di Berlusconi dove vide «la vittoria della rivoluzione liberale» e la speranza per un centrodestra vincente, compatto e rivoluzionario. Nel 2010 vide però fallire quel progetto uscendo dal Pdl e attaccando i “colonnelli” dietro Berlusconi, «solo dei signorsi e nulla più». Lui era diverso politicamente e con l’onestà intellettuale che gli va riconosciuta agì sempre con la propria mentalità politica anche a costo di andar contro al suo stesso partito: «Fino all’ultimo, nonostante l’età e la stazza, per lui sono stato “Robertino”. Mi mancherà sentire la sua voce calda e roca, così orgogliosamente toscana, chiamarmi in quel modo. Riposa in pace, grande Alfredo. Che la terra ti sia lieve», conclude il pensiero su Facebook l’amico Cassinneli.