Mentre le statue dei cosiddetti colonialisti e razzisti vengono abbattute e sporcate di vernice, altre statue vengono innalzate. E’ il caso di quella dedicata al dittatore sovietico, Lenin, fondatore della più mortale incarnazione del marxismo e guida della Rivoluzione del 1917, responsabile di almeno 100 milioni di morti secondo la stima accademica (conservatrice) del ricercatore francese Stéphane Courtois. La statua è stata eretta nella città tedesca di Gelsenkirchen vicino a Dortmund su terreno di proprietà del locale partito comunista. E’ la prima statua del dittatore comunista a essere eretta in quello che era la Germania Ovest, a piedi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Il monumento originariamente venne costruito in Cecoslovacchia nel 1957 e conservato da chissà chi. Il consiglio comunale ha tentato invano di bloccarne l’istituzione, ma essendo terreno privato non è stato possibile benché il monumento sia visibile a chiunque passi di lì.
STATUA DI LENIN ERETTA IN GERMANIA
“Lenin rappresentava la violenza, l’oppressione e la terribile sofferenza umana”, hanno dichiarato i principali partiti del consiglio distrettuale in una risoluzione. Le autorità di Gelsenkirchen hanno anche emesso un divieto di costruzione basato sul fatto che la statua di Lenin avrebbe rovinato la vista di un edificio storico, ma non c’è stato nulla da fare, respinte dal tribunale del Nord Reno-Westfalia lo scorso marzo. L’inaugurazione rimandata a causa del Covid è avvenuta il 20 giugno proprio quando si è scatenata l’ira degli anti razzisti contro dozzine di statue in tutto il mondo. Molte statue di Lenin sono ancora in piedi in Russia e il suo mausoleo rimane sulla Piazza Rossa di Mosca. Nelle repubbliche satellite dell’Unione Sovietica, sono state smantellate e distrutte. Che una nuova statua avrebbe dovuto essere eretta e onorata in Germania è un triste presagio. Nessuno avrebbe accettato lo stesso per Hitler. Una simile mossa avrebbe suscitato furia internazionale.