E’ di 320 milioni di euro il “buco” della Regione Lombardia causato dall’emergenza di coronavirus di questi ultimi mesi. Una falla che secondo il presidente Attilio Fontana dovrà essere ripianata, seppur in parte, dallo Stato: “Se non ci sarà una compartecipazione da parte dello Stato – le parole del governatore riportate da Repubblica – non saremo in grado di rispettare gli impegni presi con il bilancio”. Non sono quindi da escludere tagli in vari settori, con tutto ciò che ne consegue. La cifra è emersa nella giornata di ieri, nel corso della riunione degli Stati Generali nell’ambito del Documento di finanza regionale 2020-2023, documento rivisto dopo la pandemia, che ha come obiettivo quello di dare un’accelerazione per “favorire una pianificazione di interventi per ripristinare l’immagine e l’attrattività della Lombardia”. I 320 milioni di euro di cui sopra non sono l’unico numero negativo, in quanto bisogna fare i conti anche con una netta riduzione delle entrate, pari al 27 per cento in meno derivante dalla tassa sull’auto, “prorogata” proprio a causa del covid.
LOMBARDIA, BUCO DA 320 MILIONI DI EURO: PERDITA DEL 23% NEL SETTORE PELLI E CALZATURE
Calerà invece del 21 per cento l’incasso relativo all’addizionale regionale Irpef, del 43% l’Irap, e del 9 per cento le riscossioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Repubblica sottolinea come sarà quindi messo a dura prova il Piano per la ripresa della Lombardia, che riguarda 3 miliardi di euro di finanziamenti delle opere pubbliche, già approvati per 400 milioni di euro. Un piano triennale eloquente, visto che sullo stesso si mette nero su bianco che per effetto del lockdown “nei prossimi mesi ci si può attendere una sostanziale crescita dei fallimenti nella nostra regione”. Scenderà al 10.1 per cento rispetto all’11.7 % nazionale, la variazione dell’indice della produzione, ma si toccherà anche il 23% nel settore pelli e calzature, il 19 nell’abbigliamento, e l’8.8 nel settore legno. Per quanto riguarda l’export, invece, il calo delle imprese lombarde sarà del 3% rispetto al -1.9 della media italiana.