Il secondo trimestre dell’anno archivia l’attuale momento storico all’insegna del rialzo: tutte le asset class (bond, equity e commodities) si lasciano alle spalle i minimi di marzo e, contrariamente al comprensibile pensiero comune sul futuro andamento (negativo) dell’economia mondiale, i listini internazionali sono ritornati in prossimità di importanti livello di prezzo. Circoscrivendo l’analisi al mese in corso è opportuno rilevare le correlazioni che hanno caratterizzato i principali benchmark. L’indice MSCI World Usd (rif. mercato azionario) e il CRB Index (rif. materie prime) registrano una medesima alternanza di sedute settimanali: rialzo/ribasso/rialzo/ribasso; all’opposto, invece, il JPM GBI Gl. Usd (rif. mercato obbligazionario) vede una contrapposizione dei propri saldi weekly: ribasso/rialzo/ribasso/rialzo. Questa tipica decorrelazione tra asset class dovrà essere monitorata attentamente poiché – se confermata nel corso delle singole giornate – l’intero “quadro operativo” si concretizzerebbe gradualmente in ottica di medio termine.
Un ulteriore elemento da prendere in considerazione (e affiancare) al precedente alert arriva dall’indice Vix.
Il sottostante identitario della “paura finanziaria” ha consolidato la propria dinamica all’interno di un trading range circoscritto tra il supporto a quota 32,17 e la resistenza a 36,75 punti. Qualora dovesse perdurare, questo tipo di “stallo” costituirebbe un’anticipazione di un significativo movimento direzionale. Attualmente non è da escludere un possibile scenario interlocutorio costituito da una prima violazione al rialzo con obiettivo oltre area 40 e un successivo ripiegamento in prossimità di soglia 37,63 punti. Di certo, il sopraindicato canale laterale, catalizzerà la nostra attenzione.
Sul versante azionario il benchmark MSCI World Usd rivede la propria media mobile a 200 giorni. Come a inizio mese, sul finire di settimana, i prezzi hanno violato la temuta soglia e, al momento, solo un ritorno dei corsi al di sopra di area 2.231,52 punti riporterebbe fiducia sul mercato. Come anticipato nel nostro precedente appuntamento, l’avvenuta flessione (rif. media mobile) ha comportato una diretta conseguenza sui lagging indicators che, ora, sono in chiaro territorio negativo (sell signal).
Scenario migliore per la componente equity relativa ai paesi emergenti (rfi. MSCI Emerging Usd): gli auspicati massimi si sono concretizzati ben oltre il target da noi individuato (1.007,69). Riteniamo sia corretto il ritracciamento avvenuto dopo il test del doppio massimo di area 1.016 punti e, attualmente, causa l’intero palinsesto operativo (grafico e algoritmico) in complessiva neutralità, viene suggerita prudenza.
Il JPM GBI Gl. Usd, in veste di principale benchmark obbligazionario, ha completato la settimana positivamente. Quota 591,95 punti identifica la nuova resistenza di breve periodo che, se oltrepassata, con buone probabilità, favorirebbe un ulteriore allungo verso i massimi di marzo. Negativo il ritorno dei prezzi al di sotto della soglia di supporto a 586,23: il target a 581,05 punti potrebbe esser raggiunto nell’arco di brevissimo tempo. Correlato a quest’ultima ipotesi, appare ancor più significativo, il nostro attuale e continuo monitoraggio del decennale tedesco (rif. Bund future) per il quale si conferma (nuovamente) l’outlook negativo.
Sulle commodities, il petrolio (rif. WTI) ha completato la chiusura del proprio gap di fine febbraio assorbendo il nostro prospettato massimo di brevissimo periodo. Al momento, appare fisiologica una prima fase di assestamento con un ritorno dei corsi sotto quota 36,35 dollari. Nell’attesa che si concretizzi questa ipotesi, si privilegia l’assunzione di un posizionamento flat. Ottima la perfomance conseguita sull’heating oil che, dopo aver registrato un massimo oltre la soglia individuata in precedenza, si è riportato in prossimità di area 113. Come per il petrolio, anche sull’heating oil l’orientamento è flat. Viene confermato l’outlook rialzista per il nickel che, beneficiando dell’ulteriore ingresso (12.575) sul finire di ottava, vede il prossimo target oltre quota 12.950.
Sul mercato valutario, liquidata la posizione sul principale cross (Eur/Usd), iniziamo a valutare un possibile ingresso sul rapporto Gbp/Usd: rispetto alla precedente indicazione (long a 1,22471) attendiamo la violazione di quest’ultima prima di poter assumere una strategia in chiave rialzista e, pertanto, individuiamo il nuovo possibile price entry a 1,2178.
Gli attesi segnali di conferma (in chiave rialzista) sono venuti a mancare nella trascorsa ottava. Per la settimana in corso, il nostro augurio è quello di poter assistere a una riduzione di volatilità conseguente a una prima (favorevole) fase di lateralità dei mercati azionari internazionali. Qualora, invece, i listini dovessero ancora replicare negativamente, la possibile inversione di tendenza di breve termine potrebbe essere reale.