Dopo l’intervista ad Angela Merkel che “punzecchia” l’Italia e il suo Premier, la Stampa di oggi apre con una seconda “infilzata” contro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: questa volta il direttore Massimo Giannini a prendere carta e penna e indicare le priorità finora non messe in campo dal Governo, facendo leva sulla vera proposta per dare uno “shock” all’economia giunta dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, una seria riforma dell’Irpef. Conte ha detto (stizzito) in risposta alle critiche della Merkel che all’Italia e ai propri conti ci pensa il Governo, ma Giannini allora provoca: «Ma è davvero quello che stiamo facendo? […] Dopo il Cura-Italia e il Rilancia-Italia (totale 80 miliardi) si profila all’orizzonte un altro decreto (“Aggiusta-Italia”?) che disporrà altri 20 miliardi di spesa in deficit. Stiamo tuttora affogando nell’emergenza, e tra nuova Cassa integrazione e fondi per gli enti locali c’è ancora enorme bisogno della rete di sicurezza pubblica».
Secondo il direttore de La Stampa al momento il Governo non sta mettendo in campo una credibile exit-strategy dalla fase di “economia assistita” e per questo rischiamo grosso: «Stiamo predisponendo un serio programma di riforme strutturali, che di qui all’autunno ci consentano di trasformare la calamità in opportunità? Purtroppo no. Il Piano Colao è già materia da paleontologi, da studiare come esempio di vacua propaganda nell’era del Covidico. Gli Stati Generali sono già materia da semiologi, come allegoria del “parlar d’altro” in tempi di Lunga Depressione».
CONTE E LE OCCASIONI DA NON PERDERE
E così si avvia ad essere inutile anche il prossimo Decreto Semplificazioni, tra l’altro arrivato al secondo mese di rinvio: per Giannini dunque non resta molto di quella “potenza di fuoco” annunciata dallo stesso Conte mesi fa per contrastare la crisi economica post-Covid, «Un mortaretto: il taglio dell’Iva, sparato nel vuoto e subito silenziato dalle critiche di amici e nemici. Eppure ci sarebbe un’altra priorità, da perseguire senza esitazioni (insieme a un grande piano di investimenti pubblici): una riforma organica del fisco, che riparta finalmente dall’Irpef». Come detto dal Governatore di Bankitalia, serve un «profondo ripensamento della struttura della tassazione deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi» e il mercato del lavoro è il primo punto. La Stampa chiede dunque conto al Premier del perché ancora non si imbracci questa riforma e non lo si faccia al più presto: «Oggi tutti i partiti, a sinistra e a destra, hanno un loro schema sulla nuova Irpef », conclude Giannini, «Si tratta di scegliere cosa e come fare. Non servono altre inutili Task Force: ne abbiamo viste già troppe e non hanno supplito all’altrui indecisione, hanno ingenerato solo altra confusione. Al ministero dell’Economia la competenza tecnica non manca. Quella che manca, evidentemente, è la volontà politica». Al Paese serve uno “shock fiscale”, ecco serve subito «Conte glielo dia subito, o l’Italia non si rialzerà dal suo letto di Procuste».