«Dopo il terzo concerto della mia vita volevo smettere. Ero uno sconosciuto e quando è così il pubblico, se va bene, è indifferente se non addirittura ostile. Ti insultano, ma vabbè lo metti in conto, quando ti tirano le cose però è diverso»: un Vasco Rossi inedito quello che rilascia la lunga intervista a Repubblica in vista del maxi speciale di mercoledì prossimo su Rai 1 dove si ripercorreranno i 3 anni dallo spettacolare concerto del ModenaPark (con 225 mila biglietti pagati per entrare nel guinness). Ecco però non fu tutto ora luccicante specie agli inizi della carriera del Blasco: ben prima di “Vita Spericolata” a Sanremo che, pur arrivando negli ultimi posti, lo proiettò alla ribalta nazionale. Fu il terzo concerto del rocker di Zocca a far temere l’interruzione choc dalla promettente carriera: «Una volta c’erano questi fighetti del bar di fianco al nostro palco che facevano delle freccette di carta e me le tiravano: mi sono sentito talmente umiliato che non volevo salire mai più su un palco, volevo sparire».
A quel punto le strade erano due: o il ritiro (ma non avremmo mai potuto goderci “Albachiara”, “Gli spari sopra”, “Sally” e tutto il resto della infinita carriera di successi) oppure la rivalsa e così la racconta il Blasco a Rep, «Ho preso la macchina e mentre tornavo a casa invece mi è scattato un meccanismo: ‘No, non smetto io. Se qualcuno mi tira le freccette la prossima volta scendo dal palco e lo prendo per il collo’. E così da allora, se uno mi dava fastidio io scendevo, sempre cantando nel microfono, e lo prendevo per i capelli finché arrivava qualcuno a darmi una mano. Era una cosa fisica, una guerra! Ma così ho imparato a stare sul palco».
VASCO ROSSI E IL “PROSSIMO” FUTURO
Dopo l’annullamento del maxitour previsto per il 2020, il Vasco Non Stop Live Festival ripartirà il 13 giugno 2021 dagli I-Days di Milano ma ora è da Rimini che Vasco Rossi ricarica le batterie per iniziare la lunga preparazione per l’evento del prossimo anno: «l’importante arrivare vivo, sano e lucido fino a giugno 2021», scherza il rocker nell’albergo dove più volte soggiornò Federico Fellini. «Ci sono venuto anche ai tempi di Modena Park. Non volevo stare a Modena o nei dintorni perché avrei sentito troppo la tensione: questi sono proprio gli stessi giorni in cui andavo su e giù, ogni volta due ore e mezza con l’aria condizionata che una volta è esplosa», confessa Vasco Rossi ricordando poi quei giorni incredibili del 2017 «Eravamo tutti emozionati. Quando è il momento prendiamo l’elicottero per andare: si moriva e io ero lì con la sciarpa perché dovevo proteggere la gola. (…) per mesi mi sono esercitato tutti i giorni per più di due ore. Alla fine sono arrivato a cantare come sempre ‘Albachiara‘ con la voce che sembrava stessi facendo la prima canzone!».