Così forte e chiaro finora non si era mai sentito. È l’annuncio del salvagente azzurro per il governo giallorosso. Viene da una prima fila di Forza Italia, Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato. Bernini fa un giro largo: “Il premier non ha ancora fissato la data per l’annunciato incontro con l’opposizione e chissà se mai lo farà”, ha dichiarato ieri in una nota. E ha aggiunto: “Ma a luglio in Parlamento dovrà presentarsi sia per il nuovo scostamento di bilancio – sul quale evidentemente non ha intenzione di confrontarsi con noi – sia per le comunicazioni prima del Consiglio europeo”. E fin qui siamo alle premesse.
Ma arriva l’affondo: “Se sono vere le indiscrezioni di stampa secondo cui la risoluzione di maggioranza non conterrà alcun riferimento al Mes, per non irritare l’M5s e rinviare tutto a settembre, noi lo riterremmo un atto di totale irresponsabilità”. Minaccia finale: di fronte al rifiuto del Mes, “Forza Italia sarebbe costretta a modificare il suo atteggiamento di collaborazione istituzionale con un governo che rema palesemente contro l’interesse nazionale. Per essere più chiara: in una situazione del genere, non voteremmo lo scostamento di bilancio”.
Il caro prezzo del soccorso azzurro. È una presa di posizione che lancia segnali in varie direzioni. Il messaggio è rivolto al Pd, innanzitutto: svegliatevi sul Mes, non lasciate il pallino in mano ai 5 Stelle, prendete in mano la situazione perché noi forzisti ci siamo. I numeri dicono che i berlusconiani non possono sostituire i grillini in una nuova maggioranza, ma il M5s continua a perdere pezzi in Parlamento e gli ultimi cambi di casacca avvenuti al Senato dicono che il Governo a Palazzo Madama oggi può contare soltanto su 160 voti, appena 2 in più della maggioranza. È dunque questo il momento in cui Forza Italia può far pesare maggiormente il proprio appoggio esterno alla traballante coalizione che sostiene Giuseppe Conte. Un premier che continua a perdere colpi.
Ma la nota della Bernini guarda anche alle amministrative di settembre. Da un lato piazza un cuneo tra Pd e M5s alla luce del rischio (per il centrodestra) che i due alleati di governo possano presentare liste comuni in qualche regione o città di peso. Dall’altro è un avviso ai sovranisti con cui pure Forza Italia si è alleata nelle regioni. Sembra che, per uscire dall’emergenza in cui il Paese è precipitato per colpa della pandemia, nessuno possa fare a meno di Berlusconi e dei suoi voti in Parlamento: ne hanno bisogno sia il Governo sia la coppia Salvini-Meloni. Perché nemmeno i due leader rampanti del centrodestra ce la fanno ad affermarsi senza i consensi che Berlusconi è ancora in grado di raccogliere.
Qual è dunque il vero volto del tatticismo azzurro? Stampella responsabile del governo o coscienza critica del centrodestra? In realtà, quello che il Cavaliere prepara – e di cui la nota della Bernini è un tassello – è la ricostruzione dell’immagine di Forza Italia, un partito centrista, europeista e filogovernativo. Più che fare l’ago della bilancia, Berlusconi punta a mostrare che in Italia non si è persa del tutto la necessità di una forza politica che si collochi al centro e alla quale possano guardare dalle ali meno estreme dei due schieramenti fino agli alleati europei, che devono trovare sponde sicure a sud delle Alpi prima di scucire i fondi comunitari.
Questa scelta è confermata da un’indiscrezione di ieri, cioè che Berlusconi stia meditando un clamoroso ritorno sulla scena dopo la quarantena trascorsa in Provenza. Se avesse il via libera dei medici, mercoledì l’ex premier potrebbe presentarsi a Strasburgo all’inizio del semestre europeo di presidenza tedesca. Una “rentrée” da grande elettore per l’insediamento di Angela Merkel. E chissà, magari anche una carta da spendere quando si dovrà eleggere il nuovo capo dello Stato.