Dal giaguaro al ghepardo, il passo (o lo zompo?) nella sinistra è breve: dopo il famoso “smacchiamo il giaguaro” dell’allora leader Pd Pierluigi Bersani contro il Centrodestra, oggi è il viceministro M5s Stefano Buffagni ad utilizzare un’immagine “evocativa” per rispondere alla pressione dem sull’agenda di Governo. «Il Pd ci sprona a darci una mossa? Io credo che le responsabilità siano di tutta la maggioranza. Condivido l’esigenza di accelerare e cominciare a correre e non mi sembra di avere accanto dei ghepardi», spiega l’uomo forte pentastellato nell’intervista odierna al Corriere della Sera. Il viceministro dello Sviluppo Economico replica a distanza al “decalogo” lanciato dal Segretario Pd Nicola Zingaretti in merito all’agenda ancora tutta da costruire nelle prossime settimane tra Mes, Recovery Fund, riforma fiscale e rilancio dell’economia: «Il Mes? Il Pd dovrebbe prima spendere i soldi che i loro ministri hanno in portafoglio e che i loro presidenti di Regione hanno per la sanità e non stanno spendendo. Oltre i 16 miliardi che ci sono già per gli investimenti. Il Paese ha bisogno di spendere i soldi stanziati per far ripartire l’economia e non di fare campagna su uno strumento che è diventato una bandierina».
BUFFAGNI E L’AVVISO A CONTE
Buffagni però non si ferma al tema europeo e torna sul piano di Governo ancora da districare tra le varie tensioni interne a Palazzo Chigi: «Questo governo ha bisogno di un cambio di passo e di più coraggio. Superata la giusta fase di lockdown è necessario andare oltre, perché le condizioni del Paese ce lo impongono e ce lo consentono». Lancia messaggi a tutti “l’uomo del nord” insieme a Patuanelli nel Movimento, a cominciare dalla sua stessa compagine politica «Il Movimento ha necessità di fare gli Stati generali, ma la scissione fa solo danno a noi e al Paese. Chi ha questa idea, forse deve mettere da parte il proprio io», senza citare direttamente né Grillo né Di Battista ma facendo ben intendere la peculiarità del suo allarme lanciato.
Sul premier Conte il viceministro, pur lodando la sua visione politica e attendendolo nel M5s, sostiene «sprono anche lui ad avere più coraggio». Buffagni chiede un “modello Genova” per il Paese, sostenendo però che proprio quella modalità di semplificazione anti-burocrazia è stato voluto «da Toninelli e che per me ha funzionato. Nel decreto Semplificazioni abbiamo pronto il testo che inverte la responsabilità dei dipendenti pubblici davanti alla Corte dei Conti, disincentivandoli a stare fermi, invece che a fare». Capitolo finale la tentata alleanza con il Pd alle prossime Regionali, qui però Buffagni “scardina” la possibile polemica e si limita ad un «Io mi fido delle scelte di Vito Crimi».