Allarme in Europa: è stato registrato un picco di radioattività. Potrebbe esserci un problema ad una centrale nucleare, ma non ci sono conferme al momento sulla causa di questo fenomeno. Il picco anomalo di radiazioni è stato segnalato nei giorni scorsi e riguarda l’Europa del Nord, nello specifico Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca. Le concentrazioni rilevate sono così basse da non rappresentare alcuna minaccia per la salute dell’uomo, oltre che per l’ambiente, ma su questa impennata di valori si sta cercando di fare chiarezza. Si pensa ad un possibile problema in una centrale nucleare civile, non ad un incidente come a quello dell’8 agosto 2019 in una base militare russa, a Severodvinsk, dove ci furono vittime e feriti a causa dell’esplosione di un missile sperimentale. Gli elementi radioattivi rilevati sono iodio-131 (in Norvegia), cesio-134, cesio-137, cobalto-60 e rutenio-103 in Svezia e Finlandia. A lanciare la notizia è stato l’Istituto nazionale olandese per la sanità pubblica e l’ambiente (RIVM) che ha sottolineato come questa combinazione di radionuclidi possa essere frutto di “un’anomalia a un elemento di combustibile in una centrale nucleare”.
INCIDENTE IN CENTRALE NUCLEARE IN EUROPA?
Secondo gli scienziati del RIVM questo picco di radioattività potrebbe provenire dalla Russia occidentale, ma non ci sono prove al momento per stabilire l’origine esatta. Si ritiene comunque che possano essere coinvolte le centrali nucleari di Leningradskaya e Kolskaya, ma un portavoce del produttore di energia nucleare Rosenergoatom all’agenzia di stampa russa TASS ha negato la presenza di anomalie nelle emissioni dei due impianti. Inoltre, è stata esclusa la pista lettone: gli elementi radioattivi sono di breve durata, quindi si esclude una fonte del genere. L’Organizzazione globale del trattato sul divieto dei test nucleari (CTBTO) ha circoscritto la zona in cui è emerso questo picco. Il segretario generale Lassina Zerbo ha pubblicato su Twitter una mappa che abbraccia diversi Paesi, tra cui Lettonia, Estonia e un’area della Russia nordoccidentale in cui si trova la metropoli San Pietroburgo. «Siamo in grado di stabilire la probabile regione d’origine, ma localizzarne l’esatta provenienza non fa parte del mandato del Ctbto», ha poi precisato. Inoltre, ha chiarito che «si tratta certamente di prodotti di fissione nucleare, molto probabilmente di origine civile».
22 /23 June 2020, RN #IMS station SEP63 #Sweden?? detected 3isotopes; Cs-134, Cs-137 & Ru-103 associated w/Nuclear fission @ higher[ ] than usual levels (but not harmful for human health). The possible source region in the 72h preceding detection is shown in orange on the map. pic.twitter.com/ZeGsJa21TN
— Lassina Zerbo (@SinaZerbo) June 26, 2020
RUSSIA NEGA, FRANCIA CHIUDE CENTRALE FESSENHEIM
Le attenzioni si concentrano sulla Russia, che però smentisce che si sia verificato un incidente. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato: “Abbiamo un eccezionale e moderno sistema di monitoraggio della sicurezza nucleare e, come avete visto, non ci sono stati allarmi relativi a situazioni di minaccia o di emergenza”. Proprio oggi al Francia annuncia la chiusura della centrale nucleare di Fessenheim, costruita ben 43 anni fa. Era da tempo nel mirino degli ambientalisti a causa dei rischi collegati all’uso di un impianto tanto vetusto. Le attività del reattore 1 sono state interrotte il 22 febbraio scorso, invece stanotte il gruppo Electricité de France (Edf) spegnerà il reattore 2. Ma ci vorranno ancora anni prima che sia completato il processo di smantellamento dell’impianto, che dunque non potrebbe avvenire forse prima di 20 anni a causa della delicatezza del procedimento. Ad esempio, serve più di un anno prima che i reattori si siano sufficientemente raffreddati per cominciare poi a rimuovere il combustibile usato.