Emergono in maniera completa gli ultimi risultati dello studio compiuto in piena fase acuta del coronavirus all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma circa la potenziale trasmissione del Covid-19 tramite le lacrime dei bimbi: ebbene, seppure il rischio esiste (e non si tratta dunque di “fake news) i dati ci dicono che in quantità minima e per nulla allarmante. Nell’intervista a Vatican News la Dottoressa Paola Valente, oculista dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, mostra i risultati e prova a spiegare come possa avvenire il contagio tramite il condotto lacrimale: sulla rivista scientifica “Journal of American Association for Pediatric Ophthalmology and Strabismus” l’esperta indica che su 27 bambini positivi al tampone naso-faringeo per il Covid-19 all’ospedale romano, solo 3 (l’11%) sono risultati positivi al tampone effettuato sulle secrezioni oculari. «La possibilità che un bambino infetti un’altra persona attraverso le lacrime è, quindi, particolarmente bassa», spiega l’autrice dello studio ai media vaticani: «la prevalenza del virus in questi tamponi oculari era bassa, intorno all’11%».
IL COVID E I BAMBINI
Certo, i risultati dello studio al Bambino Gesù non escludono che vi possa essere trasmissione tramite le lacrime o in generale attraverso il contatto con gli occhi: «Il virus è presente nelle lacrime e può essere trasmesso attraverso gli occhi, anche se questa possibilità rimane bassa» aggiunge la dottoressa Valente non prima di aggiungere «La patologia oculare pediatrica ha sicuramente un decorso benigno rispetto a quella che è stata evidenziata negli adulti. Sia a livello oculare, ma come già pubblicato, anche a livello sistemico». In merito alla presenza in generale del Covid-19 nel Centro di Palidoro del Bambino Gesù dove opera la stessa dottoressa autrice dello studio su lacrime & coronavirus, la situazione è in netto miglioramento: «Anche nel nostro ospedale, così come avviene negli altri ospedali italiani, c’è un trend verso la diminuzione dei casi. Ci sono tre bambini ricoverati e ci auguriamo, ovviamente, di avere numeri sempre più bassi in futuro».