Svolta in campo genetico grazie a una ricerca realizzata dall’Istituto San Raffaele di Milano assieme a “Telethon per la ricerca genetica” (SR-Tiget): in futuro infatti sarà finalmente possibile correggere attraverso il cosiddetto editing genetico il DNA delle cellule staminali del sangue, evitando errori e limitazioni fornite dalle tecniche attualmente in uso. Lo studio succitato del San Raffaele, apparso anche su NatureBiotechnology, si preannuncia come una sorta di spartiacque dato che potrebbe aiutare nella ricerca di una terapia per diversi tipi di patologie. Stando a quanto si apprende, l’équipe guidata dal professor Luigi Naldini è giunta a questo obbiettivo di fatto agendo su una particolare proteina, la p53, che è importante nel processo di proliferazione cellulare. La suddetta proteina tumorale infatti inibisce la crescita delle cellule in condizioni patologiche e non è un caso infatti che alcuni tumori siano legati anche a problemi connessi al suo corretto funzionamento.
EDITING GENETICO PER ‘CORREGGERE’ LE STAMINALI DAL SANGUE
In pratica se si somministra alle cellule staminali del sangue questo “cocktail” di proteine durante l’editing genetico allora si riesce a inibirne in modo temporaneo l’azione, evitando quindi alcuni errori del passato e rendendo anche così il processo correttivo più efficace. La ricerca che è stata realizzata anche con l’importante contributo e i finanziamenti della Fondazione Telethon (oltre che dal Ministero della Salute e dal Programma UE intitolato “Horizon 2020”) ora potrebbe essere utilizzata per trattare determinate patologie genetiche e l’importanza del risultato del team di Naldini è sottolineata dagli stessi ricercatori secondo cui “in questi casi l’editing genetico offre la possibilità di correggere il gene nella sua sede naturale e mantenendone la regolazione fisiologica” consentendo inoltre di delineare strategie di cura ad hoc per il paziente.