La corsa al vaccino non è l’unica sfida della comunità scientifica nella lotta contro il coronavirus. C’è anche quella sulla ricerca di un farmaco antivirale mirato. La strategia dell’Unione europea è duplice: da una parte si “ripiazzano” medicinali già in uso per altre malattie, come dimostra l’approvazione del remdesivir, ma l’Ue ha lanciato bandi per circa 100 milioni di euro per una cura specifica. Non è facile trovare un antivirale specifico perché il virus Sars-CoV-2 è “semplice” nei suoi meccanismi riproduttivi all’interno delle cellule umane. Lo spiega Carlo Federico Perno, ordinario di Microbiologia e Microbiologica clinica all’Università di Milano, nonché direttore di Microbiologia dell’ospedale Niguarda. «Più i meccanismi di replicazione di un germe sono complicati, più bersagli ci sono sul fronte della terapia, e quindi abbiamo più possibilità di cura», ha dichiarato al Sole 24 Ore. Ma per il coronavirus il discorso cambia. Il coronavirus, invece, è di media-complessità: «Ed è simile ad altri virus a Rna per cui ci sono farmaci. Questo spiega la strategia attuale di “repurposing”, ovvero “ripiazzamento” di farmaci già impiegati per altre patologie virali».
VACCINO? L’ALTRA SFIDA È FARMACO ANTIVIRALE MIRATO
I risultati sul remdesivir hanno però spinto l’industria farmaceutica ad adottare modelli nuovi di ricerca. «Si stanno facendo screening virtuali su miliardi di molecole per trovare chiavi “nuove” di utilizzo di farmaci che potrebbero agire direttamente su Sars-CoV-2», ha dichiarato Carlo Federico Perno al Sole 24 Ore. I risultati sarebbero molto promettenti, ma costruire un farmaco contro i virus è tutt’altro che semplice, ma non impossibile. «Oggi, di Covid-19, conosciamo sia i meccanismi replicativi, che i recettori che utilizza per entrare nelle cellule e questo fa ben sperare», ha aggiunto Stefano Vella, docente di Salute globale all’Università Cattolica di Roma. Scoprire il meccanismo con cui il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule, si riproduce e attacca le altre cellule è dunque fondamentale. Ci sono già studi in corso per agire su alcuni obiettivi, per altri invece serve tempo anche perché bisogna ancora capire se agire su quei target sarà utile per controllare il virus. Attualmente è in corso un trial clinico su un anticorpo monoclonale specifico che lega la proteina S virale. I ricercatori stanno anche lavorando su Tmprss2, una specifica proteasi dei coronavirus che permetterebbe l’accesso del virus all’interno delle cellule polmonari.