Un’enorme bufera politica quella scatenatasi ieri con la pubblicazione del Riformista e di Quarta Repubblica dell’audio choc in cui il giudice ex relatore della Cassazione durante il processo Mediatrade considera quella sentenza per frode fiscale un’autentica «ingiustizia […] plotone d’esecuzione già puntato, si sapeva già prima come sarebbe finita». Ebbene, oggi a smentire il tutto arrivano le parole pesanti dell’ex presidente della sezione feriale di corte di Cassazione Antonio Esposito che emise quella sentenza contro l’ex Premier nel 2013 condannandolo a 4 anni per frode fiscale e causando l’inizio del tramonto di Forza Italia come forza politica in Italia: «Mai in alcun modo, ho subito pressioni né dall’alto né da qualsiasi altra direzione», spiega nella nota Esposito smentendo così la versione data invece dal relatore giudice Amedeo Franco in quell’audio emerso ieri.
«Semplicemente falsa e del tutto inventata – conclude la nota – la circostanza che il figlio di Esposito fosse stato ‘beccato’ in possesso di droga, circostanza mai esistita». Per Esposito non vi fu dunque alcuna pressione dalla Procura di Milano con i quali «non ebbi mai contatti»; non solo, «La estrema gravità dell’affermazione di Franco comportava – conclude l’ex giudice di Cassazione – prima che tale infamità venisse data in pasto all’opinione pubblica, la verifica della fondatezza di tale notizia; anzi essa è stata aggravata dall’affermazione del conduttore che ‘il figlio aveva problemi con la Procura di Milano per traffico di droga’, accusa che sarà perseguita con determinazione in ogni sede».
SENTENZA BERLUSCONI, FORZA ITALIA ”UN GOLPE”
Intanto però il nodo politico è del tutto esploso con Forza Italia che oggi alla Camera ha messo in scena una larga protesta per chiedere giustizia nei confronti del proprio leader e fondatore (che ancora non ha rilasciato commenti ufficiali dopo l’audio choc emerso da Sansonetti e Porro): «La democrazia nel nostro Paese è stata ferita: chiediamo una Commissione d’inchiesta su quanto è accaduto a Berlusconi e sul cattivo funzionamento della giustizia», attacca Antonio Tajani in una conferenza invece al Senato, aggiungendo «E’ il momento di riformare la giustizia con la separazione delle carriere dei giudici […]. Quella sentenza non è stata sbagliata soltanto per imperizia ma perché c’era una precisa volontà politica di colpire Silvio Berlusconi, leader della più grande forza politica del paese. Visto che non lo si poteva sconfiggere con le elezioni, allora si è cercato di sconfiggerlo per via giudiziaria».
Paragonando il caso Mediatrade-Berlusconi al caso Dreyfus, Tajani parla di «golpe politico e giuridico» e per questo l’intera Forza Italia ora chiede che l’ex Premier possa essere nominato senatore a vita come “ricompensa” di quanto gli è stato tolto. «Stupro democratico», attacca la senatrice Bernini mentre anche dalle opposizioni giungono parole di rispetto per la vicenda di Berlusconi, specie dal leader di Italia Viva Matteo Renzi «Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere – legata a un ex Presidente del Consiglio – non può far finta di nulla. Non ho mai appoggiato i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, – ha conclude il leader di Iv – è doveroso fare chiarezza su cio’ che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente».