Il re Filippo ha chiesto scusa al Congo a 60 anni dall’indipendenza della stessa nazione africana, e dalle atrocità che i belgi avevano inflitto alla popolazione locale, espropriando terre e beni. E’ un evento decisamente significativo in quanto è la prima volta che un’esponente della famiglia reale belga, affronta il tema “Africa” dopo anni di silenzio. “Esprimo il mio più profondo rammarico” per gli “atti di violenza” e le “sofferenze”, scrive re Filippo in una lettera indirizzata Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo, presidente della Repubblica Democratica del Congo. Immediata la replica di quest’ultimo, che ha accolto a braccia aperte le scuse: “È balsamo per i cuori del popolo congolese”, le parole riportate attraverso una nota della ministra degli esteri Maria Tumbe Nzenza, “Si tratta di una svolta – ha aggiunto – che rafforzerà le relazioni amichevoli tra le nostre due Nazioni”. Per capire la portata di questo evento, basti pensare che la lettera è stata pubblicata su tutte le prime pagine dei quotidiani belgi, scuse che probabilmente sono state anche indotte dalle numerose proteste anti-razziste scoppiate in tutto il mondo a seguito della morte di George Floyd.
RE FILIPPO DI BELGIO, SCUSE AL CONGO: “IL PERIODO COLONIALE CAUSO’…”
“Per rafforzare ulteriormente i nostri legami – scrive ancora il re – e sviluppare un’amicizia ancora più feconda, dobbiamo essere in grado di parlare della nostra lunga storia comune in tutta verità e serenità. Al tempo dello stato indipendente del Congo – aggiunge – sono stati commessi atti di violenza e crudeltà, che continuano a pesare sulla nostra memoria collettiva. Il periodo coloniale che seguì causò anche sofferenza e umiliazione”. Fu re Leopoldo a dichiarare il Congo belga di sua proprietà, e dal 1885 al 1908 lo aveva sfruttato e depredato a suo piacimento, prima di cederlo allo stato del Belgio, che lo aveva poi occupato fino al 1960. “Nel 2020 – ha commentato la premier Sophie Wilmes, inaugurando una targa dedicata al 60esimo anniversario dell’indipendenza – dobbiamo essere capaci di guardare a questo passato comune con lucidità e discernimento, un passato ricco di disuguaglianze e violenze verso i congolesi”.