L’APPELLO DI FURLAN AL GOVERNO
In una lettera al Direttore del Messaggero, Annamaria Furlan rivolge “al Governo Conte un appello chiaro e preciso: dopo la giusta fase di ascolto degli Stati Generali dell’Economia, che noi abbiamo apprezzato, è venuto il momento della concretezza degli interventi, fissando insieme gli obiettivi che bisogna raggiungere su cui ciascuna delle parti, Governo, istituzioni locali, associazioni di imprese e sindacati, devono dare il proprio contributo attivo. Questa è la nostra che noi auspichiamo”. La Segretaria della Cisl risponde quindi positivamente all’invito del Presidente di Confindustria per un incontro e ricorda che “bisogna affrontare anche il nodo del divario crescente in questi anni tra Nord e Sud, investire nella sanità pubblica, utilizzando per questo i fondi del Mes, puntare ad una riforma fiscale capace di sollevare i salari, le pensioni ed i consumi”. Per Furlan, “dobbiamo realizzare insieme un grande piano di modernizzazione, di nuova politica industriale e di innovazione tecnologica e digitale che ci permetta di rilanciare il ruolo del nostro Paese nel quadro della costruzione degli Stati Uniti d’Europa”.
IL REBUS SUI VITALIZI
Dopo la bocciatura del taglio dei vitalizi per gli ex senatori dovuta alla decisione della Commissione Contenziosa di palazzo Madama non è chiaro come Movimento 5 Stelle e altri partiti favorevoli alla misura di riduzione delle pensioni degli ex parlamentari si muoveranno per raggiungere il loro scopo. Come scrive Il Fatto Quotidiano, infatti, per oggi è convocato il Consiglio di presidenza del Senato, ma il tema dei vitalizi non è all’ordine del giorno. Anche se sembra verrà presentata una richiesta perché sia convocata una nuova riunione proprio per trattare l’argomento. Paola Taverna ha infatti detto che “è necessario un confronto in quella sede per capire come sia stato possibile, cosa sia successo e come andare avanti per abolire questo privilegio. Lo dobbiamo agli italiani”. Vedremo se la richiesta sarà effettivamente formalizzata e se verrà accolta o meno. Andrea Marcucci ha intanto fatto sapere che “il Pd è favorevole al ricorso sui vitalizi, nel rispetto del Segretariato generale”.
SARDONE VS PD SU MES E PENSIONI
Dal taglio delle pensioni alla riforma fiscale fino alla reintroduzione del patto di stabilità: i timori della Lega in sede europea vengono espressi oggi dall’eurodeputata Silvia Sardone e vedono il Mes come obiettivo principale. «La cancelliera Merkel ci vuole succubi e il Governo è pronto a fare lo zerbino», attacca durissima la consigliera in Comune Milano ex Forza Italia, ribadendo come il Governo giallorosso non stia facendo niente per evitarlo. «I tifosi della Troika scatenati per farci accettare il Mes. Mentre gli altri paesi lavorano per difendere gli interessi nazionali, il Governo sembra l’unico ben disposto a seguire le volontà di paesi stranieri», conclude la Sardone con un video-denuncia sui social da Bruxelles. Resta il problema interno all’opposizione dopo che proprio oggi Berlusconi nell’intervista a Repubblica ha confermato l’adesione di Forza Italia al Mes con possibilità di entrare nel Governo, se il M5s dovesse uscire dalla maggioranza.
CALENDA CRITICA PD SU QUOTA 100
In un’intervista al Corriere della Sera, Carlo Calenda fa notare che “il nostro rapporto con la politica è malato. I decreti sicurezza sono fascisti con Salvini e buoni con il Pd. Non daremmo da gestire un bar a Di Maio ma gli facciamo fare il ministro degli Esteri”. Critiche quindi rivolte in particolare al Pd quelle del leader di Azione, che ricorda come la sinistra ha voluto superare un’identità repubblicana “con un’idea sovranazionale, ma ha creato un varco a sovranisti e populisti. ‘Prima gli italiani’ è uno slogan ovvio. Lo prescrive la Costituzione. Perché considerarlo un attacco alla democrazia?”. Calenda evidenzia che la sinistra “dai tempi di Berlinguer, si pone sul piano morale e non politico. Se sei ‘i buoni’ puoi accettare tutto. i decreti Sicurezza, Quota 100, la prescrizione. È il meccanismo della Sardine”. Per l’ex ministro dello Sviluppo economico è chiaro quindi che finché era all’opposizione il Pd si è opposto alla misura di riforma pensioni del Governo Conte-1, ma ora che nella maggioranza non la cambia.
FDI INSISTE SULLE PENSIONI DI INVALIDITÀ
Fratelli d’Italia torna a insistere per un intervento di riforma pensioni mirato a raddoppiare gli assegni di invalidità. Il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, come riporta Askanews, fa sapere che il partito presenterà nuovamente un emendamento al decreto rilancio che vada in tale direzione proponendone la firma ai capigruppo ed eventualmente anche in aula. Giorgia Meloni, ai microfoni del Tg4, come riporta Adnkronos, ha detto: “Sa quanto serve per raddoppiare le pensioni di invalidità in Italia? Tra i 120 e i 140 milioni di euro, quello che il governo ha messo sul bonus monopattino. Visto che sui monopattini i soldi ci sono, cortesemente possiamo metterli anche sulle pensioni di invalidità per aiutare i disabili? Perché questa sarebbe una cosa utile”. Da ricordare che il Premier Conte, durante il question time di ieri alla Camera, ha assicurato che il Governo sta già predisponendo una misura sulle pensioni di invalidità, ma attende il testo della sentenza della Corte Costituzionale prima di perfezionarlo.
RIFORMA PENSIONI, I TIMORI DI TAGLI
Crescono i timori per una misura di riforma pensioni all’insegna dell’austerità per affrontare la crisi causata dal Covid-19. Come riporta firenzepost.it, infatti, da un sondaggio di Tecné realizzato per la trasmissione Quarta Repubblica emerge che seppure i pensionati siano la categoria che ha più fiducia nel Premier Conte (39% contro il 24% di autonomi e precari), si tratta di quella che “avverte la preoccupazione per un possibile taglio alle pensioni che potrebbe essere previsto dal piano di rientro dall’elevato debito pubblico”. Intanto l’Associazione dei direttori del personale ha avanzato al Governo e alle forze politiche di maggioranza e opposizione una propria proposta di riforma del lavoro in otto punti, uno dei quali è dedicato alle pensioni.
LA PROPOSTA AIDP
Su questo tema, come riporta mark-up.it, l’Aidp propone una riforma “della tassazione sui fondi pensione integrativi attraverso un forte incentivo alla deducibilità” e chiede di “avviare una riflessione sull’opportunità di rendere obbligatoria l’adesione ai fondi pensione integrativi per i dipendenti e i parasubordinati”. Le casse professionali stanno intanto approvando in questi giorni i bilanci consuntivi 2019 e l’Enasarco, come riporta Adnkronos, vede crescere il proprio patrimonio a 7,8 miliardi. La Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti, scrive l’Ansa, ha visto invece più che raddoppiare il proprio avanzo da 401 a 860 milioni di euro. Cifra che è stata destinata alle riserve patrimoniali arrivate a 8,839 miliardi.