Anche se l’amore per il cinema è sicuramente quello che supera tutti, Cinzia Leone ha nel cuore anche il teatro. Lo ha ammesso in un’intervista rilasciata a ilsetaccio.ue, svelando che “Il mio percorso teatrale era iniziato lavorando al Sistina con Enrico Montesano. Dopo che sono stata male, ho dovuto trovare il coraggio di aprire un nuovo capitolo.” Così ha precisato che “Mi sono dovuta allontanare dalla televisione. Se zoppichi e hai un braccio mezzo morto, in televisione non puoi essere te stessa perché in Tv viene esaltata l’immagine.” Non sono infdatti mancati momenti davvero duri: “Dopo l’emiparesi, inoltre, avevo subito la perdita di identità fisica; non ero più io. Il dolore è talmente potente e profondo, da non riconoscerti più, da non capire dove sei finita e dove è finito il tuo mondo; volevo e dovevo guarire e così quel dolore e quella rabbia li ho trasformati in voglia di guarire, ho fatto un lavoro pazzesco, che ancora continuo a fare e a cui ho dedicato la maggior parte della mia vita ,avevo 32 anni…” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Cinzia Leone e la malattia…
Cinzia Leone
è una delle attrici più talentuosa del cinema e del teatro italiano. Oltre ad essere un animale da palcoscenico, la Leone è una donna coraggiosa. La vita l’ha messa a dura prova nel 1991 quando le fu diagnostica un aneurisma congenito all’arteria basilare. Nonostante la malattia, l’attrice non si è mai arresa prendendo a morsi la vita e riuscendo a ricostruirsi tante volte come ha raccontato lei stessa in un’intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta di Parma. “L’emorragia, pure operata benissimo, mi lasciò, come spesso accade, una emiparesi sul lato sinistro. Ce l’ho messa tutta per recuperare, non ho voluto l’invalidità civile, non ho voluto il permesso sull’auto. Ho affrontato tutto il lavoro che c’era da fare. Sono morta mille volte e mille volte sono rinata. La mia felicità è il rapporto con il pubblico perché ha creduto in me come nessun altro”, ha raccontato (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Cinzia Leone: “un privilegio lavorare con Monicelli”
è una delle protagoniste di Techetechetè, il programma composto da videoframmenti estrapolati dalle teche della RAI e trasmesso in Raiuno. L’attrice italiana ha capito sin da giovanissima di voler fare l’attrice come ha raccontato durante un’intervista rilasciata al setaccio: “da sempre, ma non ho mai avuto il coraggio di riconoscerlo, perché mi sembrava banale ammettere che da grande avrei voluto fare questo mestiere. Mi ricordo che in colonia una ragazza; una di quelle che volevano far conoscere la propria bellezza a tutti, mentre eravamo in fila per la doccia, mi chiese ‘’che cosa vuoi fare da grande ?’’. Io le dissi: ’’E tu?’’. Lei mi rispose: ’’L’attrice!’’. Subito rieplicai: ‘’Io no!‘’ , perché già sapevo di non voler fare l’attrice nel modo, o per il motivo che voleva lei e per non essere fraintesa, evitavo di dirlo. Per me fare l’attrice era, ed è la cosa più importante della mia vita, è l’unico modo, insieme alla scrittura dei miei lavori, con cui riesco a dare un senso al mio disordine interiore”. Nata e cresciuta a Roma, la Leone parlando proprio della sua famiglia ha confessato: “sono metà padana e metà americana, mio padre è nato in America da genitori abruzzesi. Venuto in Italia per studiare canto, come tenore, ha conosciuto mia madre. Un giorno, però, è scappato sia da lei, che da Milano per andare a Roma”. Poi il padre l’ha rincontrato, ma la vita ha voluto portarglielo via troppo presto: “ho perduto mio padre quando avevo 8 anni e lui ne aveva 39, era molto giovane ! Questo evento ha lasciato in me dei segni profondissimi; è stato il primo spaventoso momento della mia vita, perché un bambino non è in grado di elaborare una perdita così grande”.
Cinzia Leone: “sogno che Brad Pitt mi venga a rapire con il cavallo”
Nonostante la perdita del padre, Cinzia Leone ha proseguito imperterrita per la sua strada che l’ha portata a diventare una delle attrici più brave del cinema italiana. Come dimenticare la sua straordinaria interpretazione nel film cult “Parenti Serpenti” di Mario Monicelli, una pellicola che ha indubbiamente segnato la sua vita di donna e la sua carriera di interpreta. “Parenti Serpenti”, che è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto ed è la cosa della mia vita, che amo di più” – ha detto l’attrice che ha poi ricordato i giorni sul set col regista – “lavorare con Mario Monicelli è stato un privilegio assoluto e fare quel personaggio è stato eccezionale! Solo lui poteva darmi quel ruolo! E gli sarò sempre grata. Monicelli assegnava i personaggi adatti ad ogni singolo attore, riuscendo a capire, a prevedere, che ognuno di loro avrebbe trovato dentro di sé la forza e le caratteristiche interpretative del personaggio. Ciò mi ha permesso anche di cercare, trovare e conoscere una parte di me e contemporaneamente realizzare il personaggio”. L’incontro con il Maestro Mario Monicelli ha segnato la sua vita di attrice: “la sua grandezza consisteva nel saper trovare e pizzicare le corde più profonde e sensibili degli attori, permettendo loro di usare quell’intelligenza interpretativa, che spesso viene coperta”. Infine parlando dei sogni da realizzare ha rivelato: “sogni nel cassetto non ne ho, nel senso che i sogni nel cassetto fanno la muffa, è inutile averne. Devono essere tirati fuori . L’unico sogno che lascio nel cassetto, perché penso che non possa avere futuro, è che Brad Pitt mi venga a rapire con il cavallo”.