Il coronavirus è cambiato? Ce lo siamo chiesti più volte da quando l’epidemia di Covid-19 si è trasformata in una pandemia. Ci sono esperti che sostengono che ora Sars-CoV-2 non sia “aggressivo” come prima, a tal proposito sembra arrivare una prima conferma da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell. La ricerca mostra un cambiamento specifico nel genoma del virus. Si tratta di un piccolo ma efficace cambiamento nella proteina spike del virus, quella che usa per entrare nelle cellule umane. La variante in questione è D614G ed è stata studiata dalla biologa Bette Korber, del Los Alamos National Laboratory, all’inizio di aprile. «Subito è diventato il ceppo prevalente», spiega l’autrice dello studio, come riportato da Science Daily. I professori Erica Ollmann Saphire dell’Istituto La Jolla e David Montefiori della Duke University hanno dimostrato che questa variante rende il coronavirus più contagioso, ma a quanto pare non è più aggressiva. Tuttavia, ci sono ancora molti approfondimenti da fare per capire le implicazioni di questa variante.
“CORONAVIRUS PIÙ CONTAGIOSO, MA NON PIÙ AGGRESSIVO”
Si tratta comunque di una scoperta molto interessante per continuare il processo di conoscenza di Sars-CoV-2. In linea di massima ha un basso tasso di mutazione, molto più basso dei virus che causano influenza e Aids, ma la variante D614G sembra frutto di quattro mutazioni collegate che sarebbero sopraggiunte per poi muoversi in tutto il mondo come un insieme coerente di variazioni. «Anche se è emerso che questa variante produce più copie del virus, non è stato riscontrato un aumento della gravità della malattia», spiega Erica Ollmann Saphire che guida il Consorzio di immunoterapia coronavirus supportato dalla Fondazione Gates. «Queste scoperte ci suggeriscono che la forma più recente del coronavirus può essere trasmessa ancor più facilmente rispetto alla forma originale, quindi è importante continuare a indossare le mascherine e a mantenere la distanza interpersonale», aggiunge Bette Korber, come riportato da Science Daily. Seguire l’evoluzione di Sars-CoV-2 è più semplice ora visto che sono disponibili i dati delle sequenze virali grazie al database GISAID. I ricercatori hanno quindi esaminato migliaia di sequenze trovando questa variante.