È spietata e lucida l’analisi di Mujtaba Rahman su Politico.Eu alla vigilia delle trattative decisive in Europa per concordare il prossimo Recovery Fund come principale “bocca di fuoco contro la pandemia Covid-19”: «il Next Generation Ue non funzionerà» e l’Italia «sarà quella che pagherà più conseguenze» di tanti altri Paesi. Il Recovery Plan da almeno 750 miliardi di euro non vede per il momento una concordanza tra Paesi del Sud e “frugali” (Olanda, Finlandia Austria, Svezia) sul tema del prestito a fondo perduto, con il prossimo Consiglio Ue che si appresta assai difficile per la mancanza di convergenza tra le due opposte visioni. Secondo il capo della pratica europea del Gruppo Eurasia, intervenuto oggi su Politico.Eu, la missione europea vede come obiettivo principale l’auto all’Italia per far fronte allo shock economico del Covid-19: «è improbabile che il fondo di recupero abbia successo», commenta ancora Rahman, seppur riconoscendo il grande sforzo e passo avanti di Bruxelles che in pochi mesi ha accantonato 63 anni di “austerità” concedendo diversi vantaggi nell’utilizzare i fondi europei. Il grado dei colloqui è in miglioramento anche per l’intercessione della cancelliera Merkel, dal 1 luglio presidente del semestre europeo: ma non basterà per convincere il Nord Europea delle sovvenzioni a Paesi, come l’Italia, con altissimo debito pubblico.
“SE SALE IL CDX IL RECOVERY FALLIRÀ DEFINITIVAMENTE”
Secondo i piani attuali, l’Italia non vedrà denaro dal Recovery Fund «fino alla fine del 2021. Importi significativi non fluiranno fino a molto più tardi, nel 2023, troppo tardi per impedire all’Italia di sperimentare una profonda recessione e aumentare i livelli del debito pubblico», spiega ancora l’editoriale di Rahman. Crisi economica, lavorativa ma anche politica: Conte si appresta ad un periodo assai complicato tra Elezioni Regionali, referendum, piano riforme e secondo Politico.eu anche «possibile incriminazione per la gestione del Covid-19». Per Rahman il Presidente del Consiglio, restio finora all’adesione al Mes, sarà costretto a sfruttare quel finanziamento a breve termine ma questo porterà non pochi sussulti nella maggioranza: il M5s è diviso, Pd e Renzi non aiutano e il rischio di rottura in Parlamento – secondo il quotidiano europeo – potrebbe essere imminente.
Traendo le principali conclusioni, il Recovery Fund rischia di non funzionare perché sul medio termine «man mano che la ripresa prenderà piede più rapidamente nell’Europa settentrionale, la narrazione cambierà da stimolo ad aggiustamento e le pressioni su Bruxelles aumenteranno per rafforzare le regole fiscali», riporta Rahman. Da ultimo, Politico.eu considera pericoloso per la ricezione del Recovery Fund a pieno regime il possibile cambio a Palazzo Chigi con l’eventuale salita del Centrodestra: «A lungo termine, un governo guidato dalla Lega euroscettica rimane una possibilità molto reale. Questo è un rischio di evento chiave per i mercati – qualcosa che il fondo di risanamento doveva ridurre, ma nella sua forma attuale non lo farà».