“Gigi dovrebbe iniziare ad allenare dopo il ritiro: capisce di calcio e ha l’esperienza per poter gestire qualunque spogliatoio”. Gigi è Gianluigi Buffon, che di recente ha superato il record di presenze in Serie A toccando quota 648; le parole sono del suo procuratore Silvano Martina, anche lui portiere apprezzato ai suoi tempi (ironicamente, il suo nome viene associato soprattutto al Torino con cui ha giocato per quattro stagioni) e che ha aggiunto come il suo assistito potrebbe farcela a ottenere la panchina della Juventus. Senza specificare i tempi, ma dicendo che “quello che lo rende diverso dagli altri portieri è che lui semplifica tutto”: le dichiarazioni sono arrivate nel corso di un intervento Radio Kiss Kiss Napoli, e sono attuali perché in questo momento la Juventus di Maurizio Sarri è sì prima in classifica ma continua a non convincere sul piano di gioco e personalità, e anche perché a prescindere da tutto il tecnico toscano non è mai stato considerato un allenatore capace di aprire un ciclo bianconero, non per suoi limiti ma perché le scelte della società sarebbero altre.
BUFFON ALLENATORE DELLA JUVENTUS?
Ne abbiamo parlato a più riprese: l’obiettivo della Juventus sarebbe uno tra Pep Guardiola e Zinedine Zidane. Due nomi inseguiti a lungo: il primo perché ancora oggi è associato a un calcio champagne e un’esperienza internazionale indubbia (ha vinto tutto a più riprese, comprese due Champions League), il secondo perché oltre alla tripla corona europea (nessun allenatore nella storia ci è mai riuscito, da quando il torneo ha cambiato nome e formula) ha un trascorso di cinque anni con la Juventus (ma senza incrociare Buffon, arrivato nell’estate della sua partenza verso Madrid) e dunque sarebbe anche una bella suggestione e un piacere per i tifosi. Che lo fischiarono nel maggio 2003 quando perse il ritorno della semifinale di Champions League (segnando un gol inutile) ma non lo hanno mai dimenticato e lo riaccoglierebbero a braccia aperte. Non sarebbe una favola sulla stessa portata emotiva di quella che ha ricondotto Antonio Conte alla causa bianconera, ma avrebbe un hype per certi versi anche maggiore (per quello che Zidane ha fatto con il Real Madrid) e in qualche modo sarebbe una risposta al sodalizio tra il salentino e l’Inter.
C’è di più: recentemente la Juventus ha annunciato, confermando una voce nata già lo scorso anno, che sulla panchina della sua Under 23 (che ha appena vinto la Coppa Italia Serie C) siederà Andrea Pirlo, il maestro che tra 2011 e 2015 è stato il playmaker dei bianconeri. La società è sempre stata attenta al suo passato; vero che l’addio di Alessandro Del Piero è ammantato di parecchie ombre e i tifosi non ne hanno gradito tempi e modi, ma non sono rari i casi di ex giocatori che sono passati a vestire giacca e cravatta dietro una scrivania. Dal vice presidente Pavel Nedved al recentissimo Andrea Barzagli (che poi ha lasciato) senza parlare del più grande simbolo della juventinità che è Giampiero Boniperti, prima capitano e miglior cannoniere nella storia bianconera (superato da Del Piero), poi presidente nel periodo che forse anche oggi è considerato il più glorioso. Ecco: Buffon, da questo punto di vista, sarebbe solo uno dei tanti e del resto non va dimenticato che la Juventus aveva già provveduto a far sedere sulla sua panchina Carlo Parola e Ciro Ferrara, anche se il difensore partenopeo durò poco e non ebbe particolare fortuna (anzi).
I PRECEDENTI
Per questi motivi Buffon, che sta disputando la stagione numero 18 in bianconero e potrebbe arrivare a 19 (eguagliando Del Piero, anche se con l’intermezzo al Psg), e già oggi primatista nel club per presenze in Serie A (gliene mancano 35 per agganciare il Pinturicchio come apparizioni assolute), potrebbe realmente diventare l’allenatore della Juventus. Magari non subito: non sempre un grandissimo giocatore diventa un grandissimo tecnico e magari non lo fa nell’immediato, ma gli ultimi anni del calcio mondiale ci hanno presentato vari esperimenti di questo tipo, tra cui Filippo Inzaghi e Gennaro Gattuso al Milan, lo stesso Zidane al Real Madrid o, spostandoci nella capitale, Vincenzo Montella alla Roma e soprattutto Simone Inzaghi alla Lazio, anche se l’ex attaccante non è ricordato come potrebbe esserlo qualche altro elemento di quella meravigliosa squadra che vinse lo scudetto. Insomma, staremo a vedere: certamente la Juventus aprirà le sue porte a Buffon in un modo o nell’altro, lui potrebbe magari decidere di farsi qualche anno di apprendistato prima di puntare la preda grossa. Nelle giovanili degli stessi bianconeri o, chissà, nella sua Carrarese o anche nel Parma, che giustamente non ha mai dimenticato anche perché gli ha regalato quello che finora è l’unico trofeo internazionale vinto con i club.