Suonava di tutto, conosceva tutti, era un gigante instancabile: la morte di Charlie Daniels a 83 anni lascia la musica americana, ed in particolare il southern rock, orfana di uno dei suoi esuberanti simboli.
Nato in Nord Carolina nel 1936, cresciuto in un ambiente di gospel, country e bluegrass, Daniels ha legato il suo nome ad una cascata di bei dischi e di canzoni forti, soprattutto Uneasy rider, Mississippi, Long e The devil went down to Georgia. Ha suonato con tutto il mondo musicale americano, da Johnny Cash a Leonard Cohen, da Bob Dylan a Stevie Ray Vaughan.
Ma soprattutto Daniels è stato un “padre” per tutti, lanciando con le sue Volunteer Jam un’occasione di musica ed incontri a palcoscenico aperto per tutto il meglio del rock a stelle e strisce, meglio se cresciuto tra il Tenneesee e la Louisiana.
Avviata con la prima edizione il 4 ottobre del ’74 a Nashville, la Volunteers Jam è diventata negli anni l’appuntamento impagabile per tutti gli appassionati di southern and country. Con una serie di ospiti-amici pressoché fissi (Marshall Tucker Band e Allman Brothers), l’appuntamento ha visto nei decenni la partecipazione di Garth Brooks e Ted Nugent, Carl Perkins e Willie Nelson, aprendosi poi a star del blues e del rock come BB King, Little Richard e Link Wray, non riconducibili al country, ma legati comunque per affetto a Charlie Daniels ed alla sua vivacità artistica.
Tutti i migliori musicisti del Sud gli erano legati, da Jim Hall (cantante dei Wet Willie, uno dei migliori e sottovalutati vocalist del rock) a Dickey Betts (lead guitar della Allman Brothers), da Toy Caldwell (leggendario chitarrista della Marshall Tucker Band) ai fratelli Donnie e Dennis della Winter Brothers Band, dai Grinderswitch agli eterni Lynyrd Skynyrd, da Levon Helm (della Band) ad Al Kooper, dagli Outlaws di Hughie Thomasson ai Molly Hatchet, dagli ZZTop ad Emmilou Harris.
Esuberanza, orgoglio americano, passione sudista, cristianesimo pentacostale: la simpatia contagiosa ed aggressiva di questo polistrumentista instancabile (nel 2018 è salito con la sua band su 110 palcoscenici), sposato da 54 anni con la stessa donna (Hazel), che in una delle ultime interviste ha detto degli Usa “spero che questo Paese torni a rivolgersi a Dio” (Interview with Charlie Daniels By Rachel Andrews Damon, Fryeburg Fair, Maine), esplode tutta proprio nella sua canzone più famosa, The Devil Went Down to Georgia (che oltre ad essere stata a lungo in testa alle hit parade country negli Usa, è stata anche nella strepitosa colonna sonora di Urban Cowboy, bel film con John Travolta). La vicenda sembra quasi essere una risposta goldiardico-bluegrass alla maledizione blues della Crossroad di Robert Johnson: il demonio sfida Johnny, un ragazzino della Georgia, ad una esibizione al violino. In palio c’è un violino dorato oppure la perdita dell’anima (più o meno quello che c’era in ballo a Clarksdale, Mississippi). Il ragazzino, ovviamente, vince e il diavolo se ne va scornato da una Georgia in cui evidentemente non riesce a far razzia d’anime, mentre il giovanetto lo sfotte: “Il diavolo chinò la testa, Perché sapeva di essere stato sconfitto, E posò quel violino d’oro, A terra ai piedi di Johnny, E Johnny gli disse: “Diavolo, torna indietro, Se mai vuoi riprovare, Te l’ho detto già una volta che sei solo un figlio di puttana, ed io invece sono il migliore che ci sia mai stato“.
Nella sua carriera Charlie Daniels ha inciso 32 album, più un’infinità di live, oltre ad aver partecipato ad oltre 200 incisioni di altri artisti e si è esibito per decine e decine di volte per le truppe americane negli States e in giro per il mondo, confermandosi artista “proud to be southern”, tradizionalmente conservatore, ma aperto ad amicizie anche in ambito democratico, come quella con il “presidente georgiano” Jimmy Carter. Il suo ultimo album, Night Hawk (2016), è stato a conti fatti l’addio di Charlie Daniels, un disco semi-acustico di orgoglio, di radici, di vecchie storie, come il riadattamento della celebre Old Chisholm Trail o la classica Ghost Riders in the sky di Stan Jones.
La sua Volunteers Jam edizione 2020 (la precedente era del 2018) era già stata organizzata per settembre, ma è stata spostata (a causa Covid19) al prossimo 22 febbraio 2021: saliranno sul palco i 38.Special, la Allman Betts Band (dei figli d’arte), la Marshall Tucker Band, The Gatlin Brothers, Gretchen Wilson, Delbert McClinton, Keb’ Mo’, The Outlaws, la Atlanta Rhythm Section, gli SteelDrivers e the Pure Prairie League.
Sarà il 21esimo appuntamento di questa interminabile saga sudista e – con ogni probabilità – sarà la celebrazione definitiva in memoria di Charlie Daniels, il gigante del Sud, l’uomo che con il suo violino ha battuto il demonio.