Il Milan sta per accogliere l’ex tecnico del Lipsia, Ralf Rangnick, che in rossonero vestirà i panni di allenatore e nel contempo di Direttore Tecnico. Meno certezze invece in merito al futuro di Zlatan Ibrahimovic, che già subito dopo la vittoria contro la Juventus di inizio settimana aveva spiegato: “Io voglio essere decisivo in campo, non voglio fare la mascotte. Mi dispiace per i tifosi ma può essere che non mi vedano più dal vivo”. Attraverso le pagine del magazine de La Gazzetta dello Sport, “Sportweek”, il bomber svedese ex Los Angeles Galaxy ha ribadito il suo concetto: “Ibra gioca per vincere qualcosa o sta a casa. Ibra non è un giocatore da Europa League e il Milan non è un club da Europa League”. In poche parole, Ibra vuole giocare in una squadra vincente e non in una che al massimo può puntare ad una coppa minore come appunto il Milan formato 2019-2020. A far capire che probabilmente quella di quest’anno sarà l’ultima in maglia rossonera, anche le parole sul prossimo tecnico.
IBRAHIMOVIC, FUTURO MAI COSI’ LONTANO DAL MILAN
Lo svedese non sembra dispensare molti apprezzamenti nei confronti del tecnico tedesco: “Rangnick? Chi è? Non so chi sia Rangnick. Con Gazidis faccia a faccia necessario. Ma se le cose stanno così, difficile che rimanga”. Mancano sette partite al termine della travagliata stagione 2019-2020, e alla luce di queste recenti dichiarazioni sembra davvero agli sgoccioli l’esperienza bis a Milanello di Ibra, a cominciare proprio dalla mancanza di un progetto vincente, passando anche per l’ingaggio non proprio leggero (fra i 5 e i 7 milioni di euro netti ogni anno), e per ultimo, lo scarso feeling che sembrerebbe esservi con il tecnico tedesco prima ancora dello sbarco di quest’ultimo a Milanello. “Non so se ci sarà un altro club dopo il Milan – le parole in vista del futuro – io non chiudo mai le porte. Ma vado solo in un posto dove comando, non in un posto in cui le parole non valgono niente“.