Il filosofo ed ex sindaco Pd di Venezia Maurizio Cacciari è tutt’altro che sorpreso alla notizia dello stato d’emergenza prorogato per altri mesi dal Governo Conte: mentre intellettuali, oppositori, giuristi e costituzionalisti contestano aspramente il piano del Premier, Cacciari al Giornale è assai più pragmatico e spiega «pretesto per pieni poteri? No, perché la questione sanitaria è reale, anche se si poteva certamente affrontare in modo migliore, meno da stato di guerra, meno centralistico, senza mettere in quarantena il Parlamento, le Regioni e i comuni». Secondo il filosofo professore al’Università San Raffaele, da una parte ci sono la debolezza delle strutture tecnico-amminstrative che gestiscono la sanità e dall’altro «la mentalità cupamente burocratico-centralistica delle nostre forze politiche».
Ma una ulteriore debolezza sempre più evidente per Cacciari è la fragilità politica del Governo: «Il combinato disposto di questi elementi fa sì da sì dovremo tenerci l’emergenza per tutto quest’anno di sicuro. Meglio così, almeno un minimo di ordine sociale e sicurezza la avremo, sennò sarebbe l’anarchia. Queste forze politiche sono assolutamente incapaci di articolare una manovra che affronti i problemi sanitari, economici e sociali». Secondo la ben poco serena previsione di Cacciari, in autunno la situazione in Italia si avvicina a quanto già allarmato dalla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese: «a ottobre la situazione diventerà talmente drammatica dal punto di vista sociale, con la fine della cassa integrazione e la pioggia di licenziamenti, che quasi costringerà ad uno stato di emergenza. Senza la copertura dell’emergenza sanitaria temo che sarebbe molto difficile mantenere l’ordine pubblico».
CACCIARI INVOCA LE LARGHE INTESE
Il crollo dell’economia rischia di andare ben oltre il già pesantissimo ko del Pil sotto di 10 punti, con Cacciari che ipotizza possano esserci cifre assai più terribili ma che il Governo stia in qualche modo «truccando i dati. Mi auguro sia solo -10%, temo sia ottimistico». Fine delle critiche a Conte e al Governo? Altro che, l’ex sindaco dem al Giornale contesta l’intera “visione” economica e attacca «non c’è il minimo progetto sull’economia, ci sono solo soldi che, come dice giustamente l’Europa, vengono utilizzati in maniera assistenziale. Invece servono scelte, servono programmi di politica industriale, fiscale, sociale. La politica è scelta, non è assistenza e promesse vane. L’Europa permette di indebitarci, ma non è che ci pagherà il debito. Se il debito serve solo per l’assistenza saranno debiti che vanno a rendere alla fine insostenibile la situazione invece di rilanciare lo sviluppo».
I bonus non funzionano e vengono definiti da Cacciari come «demenziali», a partire da quelli per vacanze e monopattini: «se almeno fossero semplice, immediati, facili da spendere. Invece sono un tripudio di burocrazia e complicazione. Lasciamo perdere». La crisi, le rivolte possibili ma anche un panorama politico nazionale che non vede grandi alternative all’unica vera speranza del filosofo-politologo: «Servirebbe un governo di ampia coalizione, in cui siano rappresentate forze politiche autorevoli e competenti. Penso sia possibile solo attraverso un momento traumatico, elezioni in cui le forze politiche prendono atto della incapacità di governare e si aprono a prospettive diverse. Ma mi pare una prospettiva irrealistica. É proprio la difficoltà della situazione a rafforzare questo governo. Resistere, resistere, resistere. In questo Conte è bravissimo». Centrodestra bocciata come alternativa, Pd definito «solo partito governista che non ascolta le persone concrete, come Fabrizio Barca» e il M5s è stroncato come «succube del Pd, come i dem sono succubi dei grillini. Sono due debolezze che si tengono insieme».