Un tempo le parole dei politici avevano un senso e venivano sottoposte a continua verifica dall’opinione pubblica, che non tralasciava nemmeno una virgola. Si è persa un po’ questa usanza o forse abbiamo preferito direzionare altrove la nostra attenzione.
Perché al di là dell’indisciplina che governa le conversazioni sui social, non è buon uso per un politico lanciare nell’etere qualunque cosa abbia in mente. E allora dobbiamo chiederci: come può un premier anticipare la sua volontà di dichiarare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre (prorogandolo così di parecchi mesi), senza confrontarsi con la sua maggioranza e con il Parlamento?
Una tale uscita ha gettato nel panico tutto l’agone politico.
Se c’è ancora un imminente pericolo e si rende necessaria una proroga al già traballante governo, come mai Palazzo Chigi non affronta il problema degli sbarchi incontrollati di clandestini che continuano ad arrivare sulle nostre coste e potrebbero rappresentare un elemento di ulteriore preoccupazione per il dilagare dei contagi?
Gli sbarchi si stanno moltiplicando e l’unico problema del ministro dell’Interno Lamorgese – oltre ad annunciare “tensioni sociali” per settembre – sembra essere quello di voler smantellare i decreti sicurezza di salviniana memoria.
La ministra ha comunicato infatti che i decreti verranno modificati ben oltre i rilievi fatti dal Quirinale e saranno previste anche variazioni sul sistema dell’“accoglienza”, ma che per la firma dovremo aspettare – guarda caso – la fine di settembre. Forse per evitare un pericoloso boomerang elettorale?
Solo a maggio, in piena crisi Covid, si registrò un aumento degli sbarchi pari al 345% e il governo costrinse, giustamente, gli italiani a casa, ma aprì i porti. Perché non porre ostacoli agli scafisti che scorrazzano indisturbati lungo le nostre coste? Se dopo l’estate ci dovessimo trovare in una crisi ancor più preoccupante di questa, avere migliaia di disperati fuori controllo in giro per il Paese sarà un problema nel problema.
E a sostegno della preoccupazione di tanti, non mancano i fatti di questi ultimi giorni.
Erano, infatti, positivi e asintomatici 26 dei 70 migranti sbarcati sabato con un veliero al largo di Caulonia, in Calabria. Così come positivi sono risultati altri 13 sbarcati ieri a Roccella Jonica, per i quali si sono registrate proteste locali.
La presidente Santelli ha scritto anche al presidente Conte per denunciare lo stato di allarme sociale e sanitario annunciando, in caso di assenza del Governo, l’esercizio dei propri poteri di ordinanza per emergenza sanitaria, vietando gli sbarchi nella Regione.
La situazione sta diventando davvero paradossale. Da un lato il Governo si preoccupa di prorogare lo stato di emergenza, ma dall’altro non si preoccupa minimamente di quelle che potrebbero essere le conseguenze delle sue politiche immigratorie.
Ci sono due ipotesi. O il governo, come è già successo in un tempo molto recente e a spese degli italiani, sta sottovalutando il problema o siamo noi a sottovalutare l’astuzia di Conte.
Se questo allentamento sulle politiche migratorie non fosse invece un modo per darsi delle attenuanti al fine di prorogare lo stato di emergenza?