Si conclude la lunghissima giornata in Parlamento per il voto sulle comunicazioni del Premier Conte in vista del Consiglio Ue: al netto della votazione di Italia Viva a favore della mozione Bonino, la stessa risoluzione è stata bocciata dalla maggioranza con 259 voti contrari. Bocciate anche le altre risoluzioni presentate dalle opposizioni, mentre la mozione presentata dalla maggioranza Pd-Iv-M5s-LeU è stata definitivamente approvata dal Senato con 157 voti favorevoli, 130 contrari e un astenuto. «Ho presentato una risoluzione sul Mes che non è estraneo al pacchetto di cui stiamo parlando. La posizione dell’Italia sul Next generation Eu sarà indebolita e non rafforzata dell’ambiguità della risoluzione di maggioranza. Io penso che il M5S cambierà idea anche sul Mes, così come è passato rapidamente dall’alleanza con Farage alle citazioni commosse di Spinelli. Ma se si deciderà tra tre mesi ne pagheremo i costi. Oggi c’è bisogno di liquidità», ha detto la senatrice di Più Europa Emma Bonino nel presentare la mozione poi bocciata, nonostante il voto favorevole dei renziani. La presidente dei Senatori di Forza Italia Annamaria Bernini, nel corso della dichiarazione di voto sul Consiglio Ue, attacca ancora il Governo «Verrà un giorno in cui il presidente del Consiglio e il Governo dovranno rispondere agli italiani che chiederanno conto non solo di quello che ha raccontato ma di ciò che ha seminato. E noi speriamo che quel giorno venga presto. Lei presidente Conte non potrà presentarsi in Europa per chiedere fondi così cospicui – ha concluso la Bernini – con un Piano di Riforme dove si conosce cosa si farà ma non come lo si farà. Serve credibilità che non si acquista certamente presentando documenti vuoti e aleatori».
IV VOTA CONTRO GOVERNO SU MOZIONE +EUROPA
«Il Mes non è all’ordine del giorno», così in maniera schietta il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte replica ai cronisti in arrivo al Senato prima delle comunicazioni al Parlamento sulle quali sono in corso le dichiarazioni di voto. Nonostante l’accordo con la maggioranza, comunque Italia Viva alla Camera ha votato contro il Governo sulla mozione +Europa del Mes e così si appresta a fare anche al Senato: «Italia viva voterà anche al Senato la risoluzione presentata da +Europa che prevede l’utilizzo del Mes», riporta LaPresse su fonti renziane in Parlamento. Bisognerà vedere cosa accadrà a Montecitorio visto che i numeri sono tutt’altro che “ampli” per la maggioranza e con il Centrodestra schierato per evidenziare la sostanziale spaccatura interna al Governo. A difendere la posizione “attendista” del Pd, che pure sarebbe favorevole al Mes, viene illustrata da Emanuele Fiano «Il testo approvato dalla maggioranza non esclude il Mes. La discussione è ancora aperta. Noi siamo pronti a dimostrare al M5s che i dati, nero su bianco, dicono che oggi, finalmente, prima no, quei 35 miliardi circa che ci spettano, possono essere utilizzati per la sanità pubblica in maniera diretta o indiretta, senza altre condizioni». Intervenendo in Aula il senatore dem Gianni Pittella ha spiegato che «a malincuore il Pd non voterà la mozione di Emma Bonino sul Mes perché non riguarda un punto all’ordine del giorno in vista del prossimo Consiglio Europeo».
LE 2 MOZIONI DI GOVERNO E +EUROPA
Mentre il Premier Conte si appresta a tenere le sue comunicazioni anche al Senato, alla Camera il Governo si è salvato sul voto con accordo generale nella maggioranza (Pd, Iv, M5s, LeU), 286 voti a favore per confermare l’impegno del Presidente del Consiglio su Recovery Fund già nel 2020 e sul Mes neanche accennato e rinviato dunque ad una votazione il prossimo settembre. Conte si “salva” anche se la distanza nella maggioranza sui temi europei non sono poche: la mozione di Riccardo Magi – copia di quella di Emma Bonino che verrà presentata oggi pomeriggio al Senato – è stata respinta (402 voti a sfavore) ma Italia Viva ha comunque votato con Più Europa (Forza Italia non ha invece partecipato al voto, pur essendo d’accordo con l’attivazione subito del Fondo Salva-Stati). «Una maggioranza, spaccata e irresponsabile dice No al Mes, seguendo la vuota propaganda del M5S, la cui contrarieta’ e’ ideologica e identica a quella dei sovranisti», attacca il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova.
«Zingaretti aveva scritto al Corriere le buone ragioni per cui il PD era favorevole, invitando il Governo a non tergiversare. Come sempre, pero’, sono prevalsi i veti grillini, Conte ha scelto come sempre di tergiversare e il PD si e’ adattato votando No al Mes. E’ molto positivo, invece, che Italia Viva abbia mantenuto un atteggiamento coerente e abbia votato Si alla risoluzione di +Europa che impegnava il Governo ad accedere ai fondi del Mes», conclude il leader centrista. La risoluzione della maggioranza invece, passata con successo alla Camera dopo il discorso del Premier Conte, è stata votata da tutti i partiti ma si vedrà se anche nel pomeriggio al Senato, dove i numeri sono molto più risicati per il Governo, si conferma la stessa linea con i renziani intenti sì a non far sfiduciare l’esecutivo ma anche ad appoggiare la richiesta di Mes già nel 2020.
CAOS MES SULLA MAGGIORANZA
Mentre il Parlamento si appresta a sentire al Senato le medesime comunicazioni del Premier Conte fatte stamane alla Camera, sono diversi i nodi che emergono dal discorso espresso dal Capo del Governo sul prossimo Consiglio Ue: «il piano Next generation Eu deve essere approvato entro luglio e senza compromessi al ribasso. Adesso sono i singoli Stati chiamati a una maggiore responsabilità indicando i propri progetti di rilancio, tocca ora a noi assumere con rapidità una decisione altrettanto coraggiosa affinché Next generation Eu e il quadro finanziario possano tradursi in misure e azioni concrete». Conte ha però anche detto che dopo la pausa estiva il Governo italiano presenterà il proprio Piano di Ripresa e resilienza per impostare la crescita del Paese nei prossimi mesi post-Covid.
Nel frattempo è caos tra i diversi partiti sulla quasi totale mancanza di accenni al Mes, il vero punto di distanza tra i partiti di maggioranza (ma anche di opposizione, con ancora stamattina Berlusconi che invocato il Sì al Mes contro chi «vuole distruggere l’Euro e l’Europa»): Conte alla Camera ha citato il Mes solo nell’elenco dei possibili aiuti europei, ma non ha volutamente aggiunto altro per non rimarcare la forte distanza presente nel Governo tra M5s e Pd-Iv-LeU sul fondo Salva-Stati. Nel pomeriggio oltre all’intervento di Conte al Senato saranno previsti anche le risoluzioni di PiùEuropa sul Mes e si vedrà come i singoli partiti risponderanno al tema complicato, non è da escludere un ennesimo rinvio.
QUI IL TESTO DEL DISCORSO DEL PREMIER CONTE AL PARLAMENTO
IL DISCORSO DEL PREMIER CONTE ALLA CAMERA
«La crisi determinata dalla pandemia è simmetrica. Il Consiglio Ue deve mostrarsi all’altezza di una coraggiosa visione, non può mancare un obiettivo di portata epocale. Solo uniti riusciremo a rendere l’Ue di nuovo forte, risposte nazionalistiche sarebbero anacronistiche e porterebbero a un piccolo mondo antico, tutt’altro che sicuro, che protetto»: così il Premier Giuseppe Conte ha introdotto le sue comunicazioni in diretta video streaming alla Camera dei Deputati, primo dei due appuntamenti di giornata presso il Parlamento in vista del prossimo Consiglio Europeo del 17-18 luglio 2020. «Sono in gioco i capisaldi della nostra comunità: le proposte della Presidente Von der Leyen sono state recepite dal Presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Bisogna riconoscere che in uno scenario inedito, l’Ue con il contributo di tutti ha già assunto decisioni fondamentali con una certa rapidità: le prime politiche di contrasto all’emergenza sono state ispirate da visioni di ampio respiro protesta al cambiamento», prosegue il Capo del Governo che si dice convinto di una crisi che possa realmente rappresentare un’occasione per l’Italia intera.
«Il neoliberismo è stato bocciato nel gestire la crisi: sospensione patto stabilità, la flessibilità negli aiuti di Stato, l’avvio del programma PEPP della Bce (1350 miliardi di euro in acquisti), flessibilità e piano della BEI per medie imprese», a queste misure si sono aggiunte, spiega ancora il Premier, le linee di sicurezza del 23 aprile scorso: pacchetto di 540 miliardi, fondo europeo SURE da 100 mld, fondo BEI per 200 mld, la linea del MES di 240 miliardi di euro. «Consiglio Ue ha già dato prova di recepire il Recovery Fund, richiesto da noi, come urgente e necessario», aggiunge Conte appellandosi all’unità della comunità europea come mai prima d’ora. Sempre il Presidente del Consiglio ribadisce come ora tocca ai capi di Stato assumere con rapidità la misura coraggiosa sul Recovery Fund per misure e azioni concrete: «se i più deboli soccomberanno nella pandemia anche i più ricchi falliranno. O vinciamo tutti o perdiamo tutti in Ue, per questo riteniamo cruciale che l’accordo sul Next Generation Eu vada assunta entro luglio».
Per questo serve la condivisione del debito e nel negoziato, «devono esserci criteri di allocazione non stravolti: devono essere sostenuto i più colpiti dal Covid-19. Giusto le regole sullo Stato di diritto e la lotta al cambiamento climatico, ma è necessario anche preservare la questione sociale come lotta alle diseguaglianze e parità di genere, ma anche a tutti gli effetti dannosi della pandemia». A chiosa del suo lungo discorso durato quasi 40 minuti, il Premier Conte conclude «Serve l’avvio della ripresa economica europea con i punti fermi che sono il verde, la digitalizzazione e le nuove tecnologie per rendere l’Europa competitive verso il programma 2030. Non siamo in tempi ordinari, bisogna risolvere in breve tempo i nodi per aiutare tutti il più possibile con un accordo di alto profilo: noi dobbiamo spingere per coesione e politica agricola comune. Noi saremo i primi a monitorare l’attuazione delle nostre riforme e degli investimenti del Piano di Rilancio, occasione irrinunciabile per rendere possibile in Italia e nell’Europa i valori fondanti di questa nostra comunità».
IL PREMIER CONTE IN PARLAMENTO
Alle ore 9 alla Camera e alle ore 15 al Senato il Premier Giuseppe Conte terrà le proprie comunicazioni in vista del Consiglio Europeo Straordinario del 17-18 luglio a Bruxelles, per la prima volta in presenza dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Il Presidente del Consiglio arriva a questo appuntamento in Parlamento dopo notevoli polemiche interne alla maggioranza sul fronte Mes e dopo che dalle opposizioni attaccano sulla mancanza di un Recovery Plan (arriverà non prima di settembre, ha ribadito ancora negli scorsi giorni il Capo del Governo) col quale impostare il negoziato europeo sui fondi da destinare ai Paesi più colpiti. La proposta del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha trovato una timida approvazione da parte di Macron, Merkel e Conte ma sarà comunque il punto di partenza per il difficile negoziato in arrivo tra venerdì e sabato prossimo: «Lavoriamo affinché il Consiglio europeo si faccia trovare pronto all’appuntamento della storia, perché noi siamo consapevoli, Italia e Francia, che siamo dal lato giusto della storia», ha detto ieri Conte intervenendo alla festa della Repubblica francese all’ambasciata di Palazzo Farnese.
Con il delicatissimo dossier Aspi ancora aperto e con il nuovo Dpcm sull’emergenza Covid appena prorogato fino al 31 luglio, gli ultimi giorni della maggioranza sono stati tutt’altro che inclini ad un accordo di base su Mes e Recovery Fund. Dopo il tour europeo che ha visto Conte in Spagna, Portogallo, Olanda e Germania, il piano di accordo tra Paesi del Sud e i “frugali” del Nord è tutt’altro che vicino e come ha ampiamente fatto capire Angela Merkel nel bilaterale con il Premier italiano, «l’accordo sul Next Generation Eu non sarà facile».
COMUNICAZIONI CONTE SUL CONSIGLIO UE
Dall’Olanda Rutte fa sapere che il sì ai sussidi del Recovery Fund potrà arrivare «solo con condizioni molto rigide e se daranno fatte effettivamente riforme serie», ma le risposte «finora dagli altri leader Ue non fanno sperare sulla possibilità di raggiungere un accordo». Conte non potrà che ripartire da questo snodo, tutt’altro che risolto dopo il suo viaggio a L’Aia nei giorni scorsi, nelle comunicazioni al Parlamento previste per la giornata di oggi. Alle ore 9 la diretta video streaming da Palazzo Montecitorio, alle ore 15 invece la medesima informativa verrà riproposta al Senato: «Siamo in una fase cruciale del negoziato e lavoreremo, insieme al presidente Macron e agli altri stati membri affinché il percorso possa completarsi e possa essere finalizzato già nel prossimo Consiglio europeo», ha ribadito ieri nel meeting con l’ambasciatore francese.
«E’ un negoziato molto difficile, ho sempre sottolineato le difficoltà ma ho cercato in modo ambizioso di rappresentare il comune obiettivo di una risposta Ue solida, forte e coordinata», aveva detto il Presidente del Consiglio nella conferenza stampa conclusiva con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Quel sostegno al Recovery Fund per una «risposta tempestiva e solidale all’emergenza Covid» che verrà ribadito anche oggi in Parlamento ma che rischia al momento di non bastare per trovare una quadra comune ai 27 Paesi dell’Unione Europea riuniti nel fine settimana per il Next Generation Eu. In quanto “comunicazioni del Premier” in linea di massima dovrebbe tenersi un voto parlamentare al termine del discorso di Conte, cosa invece non avvenuta nel precedente Consiglio Europeo in quanto era una «riunione informale e anticipatoria» del vertice Ue invece previsto per il 17-18 luglio prossimi. Si vedrà dunque la tenuta del Governo anche se non paiono esserci grossi scossoni in vista dato che per il momento non si dovrebbe parlare – e quindi votare – sul punto più delicato, la richiesta di prestito al Mes, con il Premier Conte che ha più volte ribadito di voler affrontare il dossier solo una volta concluso il negoziato europeo sul Recovery Fund.