Bufera nei confronti di Piera Aiello, deputata del Movimento 5 Stelle, a seguito di una frase choc proferita nei confronti degli ebrei. La grillina del collegio di Marsala e Trapani, in Sicilia, ha parlato pubblicamente paragonando la propria condizione di testimone di giustizia a quella degli ebrei deportati nei campi di concentramento nazisti. Le intenzioni dell’esponente pentastellato erano senza dubbio nobili, ma il risultato è stato uno scivolone ripreso dal quotidiano siciliano TP24, e poi a macchia d’olio da tutti i giornali nazionali. La Aiello ha spiegato di essere meno fortunata rispetto ai deportati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale: “I testimoni e i collaboratori di giustizia – le sue parole – vivono come se fossero in un campo di concentramento. Per questo motivo io sento molto vicina a me la giornata della memoria. Anche noi abbiamo il codice identificativo. Solo che gli ebrei deportati ad Auschwitz avevano la fortuna di morire. Noi invece moriamo ogni giorno”.
PIERA AIELLO, BUFERA DOPO FRASE CHOC SUGLI EBREI: SUBITO LE SCUSE
Come detto in apertura, le sue parole hanno scatenato una violenta reazione sui social, e sono diventate pressochè in tempo zero oggetto di aperta condanna. “Vorremmo ricordare all’Onorevole – ha fatto sapere l’associazione “Sostenitori dei Collaboratori e Testimoni di Giustizia” – che gli Ebrei sono stati torturati, bruciati nei forni crematori, affamati, messi ai lavori forzati, soffocati nelle camere a gas, i bambini massacrati, sono stati fatti su di loro i peggiori esperimenti, le loro ceneri volavano nel cielo. Come si possono fare questi paragoni? Con quale coscienza si afferma ciò?”. L’associazione si è poi scagliata contro la stessa Aiello: “Dopo le uccisioni di suo suocero e di suo marito (uomini di mafia mai ravveduti) ha deciso di denunciare, non prima, lo Stato si è preso cura di Lei e della sua bambina, dandole la possibilità di una nuova vita”. Visto il caos creatosi la stessa deputata grillina ha fatto un passo indietro, chiedendo scusa attraverso i suoi canali social: “Volevo semplicemente manifestare la condizione che noi testimoni siamo costretti a vivere per via di uno Stato praticamente assente: ci sentiamo chiamati a morire tutti i giorni. Non sono mai stata antisemita o razzista, ho sempre lottato per una categoria – quella dei testimoni e quella dei collaboratori – che è debole e inascoltata”.