Se Dio esiste, perché c’è il male?

Perché Gesù dice no ai discepoli che si offrono di raccogliere la zizzania? L<span class="s1">’ora della </span>arriverà, nel frattempo si deve salvaguardare la più piccola spiga di grano

Il male è una di quelle storiacce che fa male: un certo male, poi, fa tanto di quel male da farti stare davvero male. Un vero e proprio ladrocinio di Lucifero. I discepoli, sfrontati, sono subito pronti a gettare addosso a Cristo la colpa: “Non hai seminato del buon seme nel tuo campo”. Che è come dire: “Se Dio esiste, il male da dov’è che viene?” Lui, praticante agricolo con passato di carpenteria, di faccia ce ne ha una sola: “Un nemico ha fatto questo”.

Attenzione, amici miei: i nomi e i cognomi esistono perché ognuno è responsabile di ciò che compie. Le persone peggiori sono quelle che sanno quali tasti toccare per farti male e poi ci schiacciano sopra tutto il peso della loro barbarie. Benvenuta, zizzania: geloso da morire, il maiale di Lucifero si diverte ad infestare il campo di grano perché non è capace di sostenere il peso della sfida. “Il mondo è un posto pericoloso – scrive Einstein – non a causa di quelli che fanno male, ma per causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente”.

La replica di Gesù all’ingegnosità di quegli amici – “Vuoi che andiamo a raccoglierla? – però, è scioccante: “No!”. Un no secco, deciso, senza diritto di replica, una sentenza di cassazione. È il no del grande sospetto: “Dio, dunque, permette il male dentro la storia?” Una di quelle leccornie gradite a Satana: “Dio è geloso della vostra felicità, svegliatevi gente! Non vedete quanto male c’è nel mondo per continuare ancora a credere alle sue favole?”. Dio colluso con il male se non fosse che, abile comunicatore, motiva il suo no, non lasciandolo in balìa delle interpretazioni: “No – dice – che non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano assieme fino alla mietitura. Poi dirò…!”.

Nel campo, dunque, c’è anche del grano, non solo zizzania. A dare retta ai discepoli, pareva che la zizzania la facesse da padrona, fino a farli sproloquiare: “Se Dio esiste, da dove viene tutto questo male?”. Cristo-agricolo, nello stesso campo, vede del grano: “Se Dio non esiste – m’immagino risponda loro al ritmo di sguardi e batticuori – da dove viene tutto questo bene?”. Lo stesso campo, la stessa fusione di grano e zizzania, una diversa visione d’insieme: i primi vanno dal loro Dio a rinfacciarli di avere grossi problemi con la zizzania, Gesù va dalla zizzania a dirle di avere un grande Dio con sé.

“Pazzesco: Dio lascia crescere il male, tutto questo è una bestemmia!” va urlando il mondo. Tace, però, il motivo vero di questo permesso di soggiorno: “Che raccogliendo la zizzania con essa sradichiate anche il grano”. È per salvaguardare la più piccola spiga di grano che Dio contadino sopporta di veder maturare anche la zizzania: che per troppa veemenza, volendo strappare il male, non si rovini un piccolo chicco di bene. Secoli dopo, il grande mistico Francesco di Sales riassunse quest’arte agricola applicata alle anime: “Nella cura delle anime – scrisse – occorrono una tazza di scienza, un barile di prudenza, un oceano di pazienza”. Lo dimostra la storia: le cose peggiori sono state fatte con le migliori intenzioni. E quando ci si trova a scegliere tra due mali, varrà bene ricordare che si tratta comunque di un male.

Quel campo – inseminato di grano, infestato di zizzania – è l’uomo, sono io quel campo, questo incomprensibile miscuglio di bene e di male, di vizi e virtù, di grano e zizzania. Ci sono giorni in cui sono tutto zizzania, altri in cui appaio una sorta di brochure di grano Doc. “Io sono” in base a chi mi affido, di chi mi fido: “Il nemico è il diavolo, la zizzania sono i Figli del Maligno” (cfr Mt 13,24-43).

Nomi e cognomi, è tutto così chiaro! Com’è chiaro e drammatico l’azzardo del Dio agricolo: nel suo cuore la salvaguardia della più piccola percentuale di bene vale molto più della estirpazione totale del male. Sembra essere una forma pericolosa di demenza, è l’amore: nessuna forzatura alla libertà, la sola pazienza di attendere fino allo scadere del tempo. Allora, alla zizzania, non verranno concesse proroghe: “Il male ha la sua ora, ma Dio ha il suo giorno” (F. Sheen). Il Demonio è avvisato.

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