E’ già a Poltu Quatu, nella sua Sardegna, il grande Jerry Calà. Il noto attore italiano è stato intervistato stamane in collegamento da “C’è Tempo Per…”, programma di Rai Uno: “Poltu Quatu è la mia casa estiva – spiega – sono anni che vengo in questo magnifico posto, la sera c’è la movida ma con grande rispetto, poi ci sono grandi spettacoli internazionali. E’ un po’ il mio buen ritiro, e mi ricordo che anche tu Anna (Falchi, la presentatrice del programma, ndr) sei venuta qui molto spesso”. Jerry è legato a doppio filo agli anni ’80: “Negli anni 80 c”era più entusiasmo ma cerco sempre di portarmelo dentro. Una volta ho sentito dire ‘l’estate non è una stagione, è uno stato d’animo’”. Quest’anno Calà festeggia i 50 anni di carriera: “Se mi volto indietro mi fanno un po’ paura ma ho avuto tantissimo e continuo ad averne. Ho fatto tanti film che sono sempre nel cuore della gente, ho avuto tanti messaggi durante il lockdown in cui mi dicevamo che i miei film gli facevano fare 4 risate, sono contento di tutto quello cho fatto, ma, questa è una minaccia, io non mollo, vado avanti, sono sempre produttivo”. Secondo Calà dopo il periodo di lockdown nascerà una nuova comicità: “Per un comico è un dovere ironizzare anche in tempi non tanto allegri, tanto è vero che la più grande commedia italiana è sorta nel Dopoguerra, e io credo che dopo il lockdown ci dovremo scatenare nel cinema e nel teatro per esorcizzare e ironizzare su tutto quanto è successo. L’anno prossimo compirò 70 anni – ha aggiunto – e rimanderemo la grande festa all’Arena di Verona (lo show era in programma a settembre poi cancellato causa covid ndr). Vivo bene il terzo tempo della vita, sono sempre in giro con i miei spettacoli anche se quest’anno la tourne è stata molto limitata, ho preferito lavorare solo qui in Sardegna dove farò quattro date a Porto Rotondo al Country Club ma sono contento, ho in mente tante cose da fare, tante idee, mi tengo attivo anche perchè ho un figlio di 17 anni che mi tiene aggiornato, lo faccio anche per lui”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JERRY CALÀ: “SOPRAVVIVO AL COVID PERCHÉ STO ‘UN METRO INDIETRO'”
Jerry Calà ospite di Anna Falchi e Beppe Convertini a C’è tempo per… può significare una sola cosa: divertimento assicurato lunedì mattina per il pubblico di Rai Uno, che dovrà soltanto stare attento a non essere travolto dal ciclone Jerry. L’attore, simbolo vivente di uno spaccato dell’Italia anni Ottanta, coglierà certamente l’occasione di un’ospitata su Rai Uno per promuovere la sua ultima fatica…discografica. Jerry Calà si è infatti cimentato anche nelle vesti di cantante con il brano “Un metro indietro”, singolo scritto e composto da lui e che non poteva non avere come soggetto il tanto temuto coronavirus. Intervistato qualche giorno fa da Rtl 102.5, Jerry Calà ha dichiarato: “Sono sopravvissuto al Covid perché uso sempre la mascherina e mantengo la distanza un metro indietro. Dopo un primo momento di depressione ho sentito l’esigenza di fare qualcosa per coinvolgere tutti, per portare una ventata di ottimismo e poter iniziare a vivere una vera estate italiana, ma con le dovute precauzioni”.
Jerry Calà ospite a C’è tempo per…
Tanti i film di successo che hanno visto Jerry Calà protagonista: da “Una vacanza bestiale” a “Sapore di mare”, passando per “Vacanze in America” e “Vita Smeralda”. Comune denominatore di queste pellicole? Ovviamente l’estate che, per dirla con le parole dello stesso Jerry Calà, “non è una stagione, ma uno stato d’animo”. Ma scherzi a parte, come ha vissuto l’attore i mesi difficili che da poco ci siamo messi alle spalle? “Sono stato a casa con la mia famiglia e sono molto felice di essermela goduta – ha detto riguardo i mesi di lockdown – solitamente sono sempre in giro ed è impossibile stare tutti insieme”. Jerry Calà in ogni caso ha trovato il modo di tenere compagnia ai suoi fan durante la quarantena: “Ho fatto molte dirette Instagram che mi hanno permesso di entrare nelle case delle persone e condividere molti momenti”. La scommessa, adesso, è che con “Un metro indietro” Jerry Calà possa raggiungere una fetta di fan ancora più ampia.