Tra i maggiori critici della alleanza con il Pd, Stefano Buffagni esulta come tutto il Movimento 5 Stelle dopo l’accordo del Premier Conte sul Recovery Fund ottenuto nell’ultimo infinito Consiglio Europeo: «Per una volta abbiamo dato noi le carte in Europa. L’Olanda sembra che goda nello sputarci addosso, ma è un problema loro, non ci preoccupa», spiega il viceministro dello Sviluppo Economico nell’intervista odierna all’Huffington Post. Davanti alla possibilità concreta che l’Europa possa monitorare le varie riforme italiane, “minacciando” il blocco dei fondi Ue se non dovessero avvenire svolte su pensioni, lavoro, scuola e sanità, Buffagni tira dritto e allontana anche le critiche del Partito Democratico sull’attuale riforme previdenziale «Quota 100 non si tocca». Secondo il grillino l’Olanda in maniera strumentale «fa riferimento alla media complessiva degli anni di contribuzione, inficiata dalle baby pensioni che non esistono più. Quella riforma non si tocca. Sembra che godano nello sputarci addosso, ma è un problema loro, non ci preoccupa». Un Buffagni euforico quello che lancia il paragone tra Giuseppe Conte e Francesco Totti, con l’Olanda dei frugali (e dei sovranisti alleati di Salvini) che richiama alla memoria la famosa semifinale di Euro 2000 con la vittoria ai rigori della Nazionale: «Salvini ha bisogno di cercare ossigeno dopo la batosta che ha ricevuto. Lo invito a leggere le dichiarazioni del suo amico Wilders, che attacca il governo olandese per averci regalato i soldi. Conte oggi sembra come Totti, gli ha fatto il cucchiaio».
BUFFAGNI SFIDA IL GOVERNO “TENGA IL PASSO DI CONTE”
Ora però il Governo Pd-M5s-Iv-LeU, dopo aver portato a casa l’accordo sul Recovery Fund «deve seguire il passo di Conte, andargli dietro nella sua accelerazione»: così Buffagni prova a riportare l’attenzione politica dall’Europa alle questioni interne tutt’altro che risolte, «Abbiamo instradato l’uscita dei Benetton da Autostrade, con un aumento degli investimenti e un abbassamento delle tariffe. Con il decreto Semplificazioni si sbloccano i cantieri. Non mi occupo di task force, ma il governo deve seguire il passo di Conte. Se ci ritroviamo con un esecutivo dove mentre qualcuno accelera altri frenano c’è un problema». Il riferimento è indiretto al Pd ma anche a Matteo Renzi, come dimostra l’ultimo caso esploso sulla legge elettorale o la sempiterna disquisizione sul Mes: «stiamo lavorando per uno scostamento da 20 miliardi, per la sanità abbiamo ancora 16 miliardi da spendere, dobbiamo concentrarci su come destinare i fondi della manovra d’estate, concentrandoci sui consumi dei beni durevoli. E dal Recovery fund arriveranno 36 miliardi in più del previsto. Gli italiani chiedono lavoro e sicurezza, non il Mes». Dall’accordo sul Recovery Fund sono stati tagliati fondi su sanità, ricerca e clima e su questi temi, da sempre nel programma M5s, Buffagni chiosa il suo ragionamento «Si tratta sempre di risorse aggiuntive. Abbiamo un bilancio ordinario a partire dal quale, alla luce del Recovery fund, si può pensare di riallocare alcune spese. Abbiamo appena stanziato mezzo miliardo per le tecnologie emergenti, la sfida vera con questi fondi è spenderli bene e velocemente».