OEGSTGEEST (Olanda) –Il giorno dopo il raggiungimento dello storico accordo del Consiglio europeo, anche nei Paesi Bassi si respira un’aria di sollievo e si percepisce il ritorno di un prudente ottimismo sul futuro dell’Europa a livello sia politico che economico.
Il racconto di queste lunghe giornate di negoziati aveva raggiunto toni drammatici nei contrasti tra i paesi cosiddetti frugali, alla cui guida era chiaramente il premier olandese Mark Rutte, e il resto dell’Unione, schierato su posizioni fondamentalmente meno rigide e più aperte all’idea del trasferimento dei fondi verso i paesi più in difficoltà. I media olandesi hanno spesso dipinto questi contrasti come un vero e proprio duello tra Rutte e il capo del governo italiano, Giuseppe Conte. In realtà senza quasi mai scadere nel becero, con toni generalmente molto distanti dalla durezza con cui qualche mese fa il premier olandese e il suo ministro delle Finanze Wopke Hoekstra si erano espressi, parlando dei cosiddetti coronabond (entrambi si sono successivamente scusati, ammettendo che avrebbero potuto fare uso di maggior empatia nelle proprie dichiarazioni).
E così, trovato l’accordo, il nome che assieme a quello di Mark Rutte si legge di più sui giornali olandesi è proprio quello di Giuseppe Conte: si guarda all’Italia come a un paese che può essere più che soddisfatto di quanto ottenuto con questo accordo e le parole scelte ricalcano quelle della comunicazione ufficiale dei rappresentanti governativi italiani: “36 miliardi in più rispetto alla proposta iniziale”, “grande occasione per l’Italia” e così via. Anche se il titolo del portale nrc.nl lascia trasparire una certa amarezza: “Conte riesce a vendere l’accordo in Italia”.
In generale però si legge un certo entusiasmo nei confronti di Rutte, sicuramente più che giustificato. Non ci sono dubbi sul fatto che il premier abbia ottenuto un successo politico particolarmente netto, anche in vista delle elezioni parlamentari che si terranno nei Paesi Bassi nel marzo 2021. Con i termini dell’accordo, che prevedono un meccanismo di frenata dell’erogazione dei fondi qualora qualcuno dei paesi membri sollevasse dubbi legittimi sul richiedente, Rutte si è assicurato la soddisfazione anche di quanti sono sull’orlo dell’euroscetticismo che in Olanda confina con le idee iperpopuliste di Geert Wilders e Thierry Baudet.
Dall’altra parte il Telegraaf ad esempio fa notare come il premier, soprannominato “Mr. No” per l’intransigenza e la durezza con cui ha condotto i negoziati, abbia finito con il concedere uno storico “sì”, affinché si giungesse all’accordo finale. Suscita quindi perplessità per il quotidiano olandese il 5 in pagella rimediato da Rutte secondo Repubblica.
Sempre il Telegraaf propone poi due articoli di commento agli esiti del summit. Da una parte Jos Versteeg non nasconde l’entusiasmo per un’Europa che “mostra al mondo di essere unita e solidale”, sulla scia del whatever it takes di Mario Draghi. “Un’Europa forte” che si prende la scena in un momento storico in cui gli Usa sono in crisi nera e la Cina è in costante crescita, “è importante per l’Olanda”. L’approccio comunitario, secondo Versteeg, è quello giusto per affrontare le sfide delle due superpotenze.
Dall’altra parte troviamo invece il commento di Edin Mujagic, molto meno trionfalistico ma comunque sostanzialmente positivo. Giocando sul dualismo tra l’Unione monetaria e quella politica (mai realizzata in maniera adeguata), Mujagic osserva come l’accordo sembri più un compromesso temporaneo che possa far respirare l’euro sul breve termine, mentre presenta incognite di un certo peso sul medio-lungo termine. Il meccanismo di frenata di emergenza voluto da Rutte viene letto fondamentalmente come una chiara espressione di sfiducia nei confronti del Consiglio europeo e i toni dei due francesi Macron e Michel vengono visti come eccessivamente entusiasti e non condivisi dal commentatore del quotidiano olandese, che teme i danni che potrebbero venire se “in qualche paese fosse eletto un governo che decidesse di uscire dall’euro”.
In ogni caso le sensazioni sono per lo più positive. La tensione si è evidentemente sciolta una volta raggiunto l’accordo in quello che è ad oggi il secondo summit più lungo nella storia del Consiglio europeo. Quanto sollievo abbiano provato alla fine i leader lo testimonia anche la battuta di Rutte su come fosse ormai sicuro che il record di Nizza 2000 sarebbe stato battuto, nel momento in cui ha preso la parola il primo ministro italiano Giuseppe Conte. “Di solito parla parecchio!” ha scherzato il premier olandese con i giornalisti. Ma il sorriso, soprattutto alla numerosa comunità italiana in Olanda, lo ha strappato senz’altro il portale satirico Nieuwspaal, una specie di Lercio in salsa olandese. L’articolo di punta della home page era titolato “Il silenzioso successo dell’Italia al Consiglio europeo: cappuccini vietati dopo mezzogiorno in tutta Europa”.
La sensazione è che – al di là della discutibile abitudine di bere il cappuccino a pranzo o a cena se non accompagnato a qualche snack fritto – si sia veramente voltata una pagina importante per il modo in cui gli olandesi vedono l’Europa, ma sarà il futuro a mostrarci quanto questa visione sia realistica.