PAGAMENTO ASSEGNI AGOSTO DAL 27 LUGLIO
Notizia importante per i pensionati. Poste Italiane fa sapere, infatti, che la mensilità di agosto comincerà a essere pagata a partire da lunedì 27 luglio per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. Come già nei mesi scorsi, i titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da oltre 7.000 ATM Postamat, senza bisogno di recarsi allo sportelli. Negli altri casi bisognerà rispettare la turnazione alfabetica prevista dal calendario seguente: i cognomi dalla A alla B lunedì 27 luglio; quelli dalla C alla D martedì 28 luglio; quelli dalla E alla K mercoledì 29 luglio; quelli dalla L alla O giovedì 30 luglio; quelli dalla P alla R venerdì 31 luglio; quelli dalla S alla Z sabato mattina 1° agosto. Come sempre occorrerà indossare la mascherina protettiva ed entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti. Confermata dunque una procedura seguita negli ultimi mesi e che potrebbe non andare in soffitta dopo l’estate.
LE PAROLE DI LANDINI
A Maurizio Landini, intervistato dalla Stampa, è stata posta una domanda relativa alle polemiche sulle pensioni scaturite nel corso del recente Consiglio europeo, dove sappiamo che Quota 100 è finita nel mirino in particolare del Premier olandese Rutte. Di fatto il nostro Paese viene accusato di consentire, per via dei passi indietro fatti nel corso degli ultimi anni in tema di riforma pensioni, l’ingresso in quiescenza dopo 30 anni di lavoro, mentre nell’Europa del nord bisogna lavorarne 40. “Questi è uno degli esempi di come l’evasione fiscale si ritorce contro tutti gli italiani. Da noi si lavora 40 anni, ma nei primi dieci, spesso, si lavora con discontinuità o in nero. Non si pagano i contributi ai giovani. Del resto è impossibile lavorare in nero senza un’azienda che te lo consente. Poi c’è da considerare che l’orario di lavoro è più alto in Italia rispetto agli altri Paesi”, è stata la risposta del Segretario generale della Cgil, secondo cui, quindi, di fatto in Italia si lavora più che altrove.
LE RICHIESTE DELLA CISAL
Si sta continuando a discutere non poco del risultato del Consiglio europeo conclusosi nella notte tra lunedì e martedì. Per Francesco Cavallaro, “l’intesa raggiunta in sede europea è certamente positiva per l’Italia e non possiamo che esprimere apprezzamento per i risultati conseguiti”. Il Segretario generale della Cisal evidenzia però, stando a quanto riportato da agenpress.it, la necessità di interventi in materia di riforma pensioni, perché per far ripartire davvero l’Italia “occorre agire bene e rapidamente per offrire ai giovani concrete opportunità di lavoro. Sono loro le vittime sacrificali ed al tempo stesso la reale speranza di ripresa, insieme agli anziani, colpiti dagli iniqui interventi sul sistema previdenziale, delle scelte assurdamente punitive ed errate che hanno paralizzato l’Italia, rendendola ancora più debole. L’avvio di cantieri, di opere, la creazione di infrastrutture, di potenziamento della sanità pubblica in contemporanea con una serena e fattiva riflessione sulle attuali e normative e competenze su tale essenziale settore, gli interventi sulla scuola non possono prescindere da questa fondamentale esigenza”.
RECOVERY FUND E LA TASSAZIONE PRIMA DELLE PENSIONI
Secondo un fondo del Sole 24 ore di oggi a firma Claudio Testuzza, con l’arrivo nei prossimi mesi dei fondi del Recovery Fund (secondo il Commissario Gentiloni non arriveranno prima della seconda metà 2021, ndr) si è aperta una sostanziale discussione sulla necessità o meno di una riforma pensioni immediata per poter incidere sui rediti da lavoro e le imprese. Per la tassazione del risparmio previdenziale, vengono individuai tre fasi dall’editoriale: «a) la fase dell’accantonamento, in cui vengono versati i contributi; b) la fase dell’accumulazione, in cui i contributi versati fruttano un rendimento; c) la fase della prestazione, in cui si ha la percezione della rendita o pensione». Già i pensionati italiani sono però i più tassati d’Europa, come poter dunque muoversi in attesa dei fondi del Recovery Fund? «Accanto all’encomiabile riduzione del carico fiscale sul lavoro sarebbe però necessario rivedere l’attuale tassazione delle pensioni che sono invece integralmente equiparate al reddito dei lavoratori in attività. Prevedendo, per tali categorie di pensionati, di abbandonare il mito del sistema della progressività e meglio redistribuire gli investimenti pubblici con il welfare», conclude il Sole 24 ore. (agg. di Niccolò Magnani)
LA RICHIESTA DI SENIOR PER SEMPRE
In tema di riforma pensioni val la pena segnalare la richiesta di Senior per sempre, l’associazione dei pensionati di Coldiretti Viterbo, per introdurre un bonus per le minime. Tusciaweb.eu riporta le dichiarazioni del Presidente di Senior per sempre Vannino Cappelloni che evidenzia come “l’emergenza sanitaria ha comportato tali disagi economici da ridurre ulteriormente il potere d’acquisto delle persone più in difficoltà titolari di pensione minima. I disagi affrontati nei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno non possono essere sottovalutati”. Per questo in una lettera al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e all’assessore per le Politiche sociali, Alessandra Troncarelli, è stata chiesta “l’erogazione di un bonus che equipari le pensioni minime almeno al reddito di cittadinanza per i quattro mesi di lockdown appena trascorsi”. Cappelloni sottolinea che “l’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo durante l’ultimo consiglio nazionale, tanto che, anche gli altri colleghi e collaboratori hanno messo in pista proposte similari per le proprie regioni”.
RIFORMA PENSIONI, L’ADEGUATEZZA DEGLI ASSEGNI FUTURI
La Cgil e la Flc-Cgil Marche hanno organizzato recentemente un incontro via web per cercare di affrontare un tema importante tra quelli spesso dibattuti quando si affronta la riforma pensioni: l’adeguatezza degli assegni futuri. Come riporta viverefermo.it, Daniela Barbaresi Segretaria generale della Cgil Marche, ha ricordato che il tema non riguarda solo i giovani, ma anche le donne, che “oggi non riusciranno ad andare in pensione con gli stessi benefici delle donne di 30 anni fa”. Dal suo punto di vista “occorre una prospettiva pensionistica adeguata e questa è data dalla previdenza integrativa. Bisogna pensare alla pensione da giovani, è una regola da ricordare. La società di oggi ci spinge a agire così. Serve mettere mano al sistema previdenziale pubblico, così da rispondere ai bisogni dei più giovani e delle donne, le figure più deboli nel mondo del lavoro”.
LE PAROLE DI GHISELLI
All’incontro ha preso parte anche il Segretario confederale Roberto Ghiselli, che ha evidenziato che “da molti anni, la leva previdenziale è servita per fare cassa allo Stato ed è stata cambiata in continuazione. C’è incertezza, non c’è un sistema previdenziale stabile. Occorre ridare ordine a un sistema che non può più essere sottomesso rispetto agli anni ’90, il mondo del lavoro è cambiato, i rapporti tra vita e lavoro sono diversi, ci sono impieghi gratificanti, ma anche mansioni che ad una certa età è impossibile portare avanti. Anche le condizioni familiari sono diverse. Dobbiamo metterci al passo con la realtà e dare al lavoratore la possibilità di scegliere il suo percorso personale di prevenzione”.