Cade il “segreto” sui Dpcm di Conte. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi che avevano chiesto al governo una copia dei verbali del Comitato tecnico scientifico. L’esecutivo si è però opposto alla richiesta degli studiosi del diritto, che quindi si sono rivolti ai giudici amministrativi, i quali ritengono che i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri siano ordinanze urgenti e contenibili che hanno però valore di atti amministrativi, non normativi. Non c’è motivo di tener segreti quei Dpcm emessi durante il lockdown, con le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale imposte agli italiani. Quei verbali, che sono riportati in tutti i Dpcm come motivazione e giustificazione di quegli stessi atti, non sono stati mai resi noti da Palazzo Chigi. Gli avvocati della Fondazione Einaudi – Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo – hanno quindi chiesto copia dei verbali per far conoscere agli italiani le vere motivazioni per le quali sono stati costretti a restare a casa, anche dove l’epidemia non si è diffusa in maniera pericolosa.
TAR VS GOVERNO “VERBALI CTS DEVONO ESSERE PUBBLICI”
Il governo, e per lui il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, si era rifiutato di consegnare quei verbali. Ricordiamo, ad esempio, un episodio di fine aprile, quando la giornalista Filomena Rorro di Chi l’ha visto chiese in conferenza stampa di una nota segreta in cui il Comitato tecnico scientifico suggeriva la chiusura dei comuni di Alzano Lombardo e Nembro. In quell’occasione Borrelli spiegò che i verbali sarebbero stati resi disponibili al termine dello stato di emergenza, in quanto contengono informazioni sensibili e delicate, ma il Tar del Lazio ritiene che possano essere pubblicati, in quanto siano atti amministrativi, non normativi. «Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, perché adesso possiamo, come cittadini italiani, conoscere le motivazioni in base alle quali il Presidente del Consiglio ha così fortemente compresso i diritti costituzionali di milioni di persone». Così gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo della Fondazione Einaudi, che pubblicherà appena quei documenti appena ne entrerà in possesso.