Pensava che sarebbe stato scoperto qualcosa di diverso rispetto a quanto emerso finora, invece Massimo Galli deve ribadire che «il grosso del guaio» nell’emergenza Covid lo abbia fatto il ceppo arrivato dalla Germania. «Allo stato attuale siamo ancora allo stesso tipo di situazione delle settimane scorse», ha spiegato il direttore di Malattie infettive al Sacco di Milano che sta studiando l’origine del coronavirus in Italia insieme allo Scire, “Sars Cov2 initiative research enterprise”, un gruppo di studio composto da 22 centri di ricerca italiani. Intervenuto a Cartabianca, martedì sera ha rivelato che a Padova è stata isolata una sequenza del coronavirus che non è legata al ceppo tedesco. Questo vuol dire che «non avremo mai la certezza assoluta che il ceppo che ha dato il via all’epidemia Covid in Italia sia quello tedesco». D’altra parte, per il professor Galli «è davvero molto improbabile» che in Europa siano arrivati due ceppi molto simili. Quindi, non si può escludere la presenza di altri ceppi, ma non hanno causato la stessa situazione drammatica generata dal ceppo tedesco.
GALLI E L’IPOTESI DELLA BANALITÀ SUL COVID
Massimo Galli la definisce “l’ipotesi della banalità”: è «anche possibile che in questi mesi sia stato presente più di un ceppo, ma questo che abbiamo isolato su Padova non è stato per nostra fortuna altrettanto contagioso e diffuso come quello arrivato dalla Germania». Quel che al momento può fare la comunità scientifica è lavorare e studiare, senza innamorarsi delle ipotesi, «altrimenti rischiamo di prendere cantonate». Come quella che il coronavirus sia finito e quindi possiamo goderci l’estate. «Temo che forse è stato detto troppo a favore di una certa rilassatezza sottolineando con frequenza che il virus si fosse indebolito. Poi però sono venuti fuori una serie di focolai che dimostrano che in realtà non si è indebolito per niente». Il professor Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, lancia un avvertimento in vista dell’autunno: «È lontano e non so cosa capiterà, di certo però dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza».