Il 25 luglio è ricordato in Italia per la caduta del fascismo. Esattamente oggi, 77 anni fa (era il 1943), il Duce Benito Mussolini veniva di fatto deposto dai suoi stessi compagni di partito, facendo poi crollare l’intero sistema come il più classico dei cartelli di carta. Nella notte fra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo decise di mettere in minoranza il proprio leader, votata dai massimi rappresentanti del Partito. In realtà non aveva alcun valore concreto, in quanto il Capo del Governo era responsabile solamente dinanzi al Sovrano, leggasi il re Vittorio Emanuele III, ma di fatto segnò la fine del partito e l’inizio della lenta liberazione della nostra penisola. A complicare la situazione di Mussolini fu la guerra, che stava ormai prendendo una piega sbagliata per l’Italia, alla luce anche del recente sbarco di 180mila soldati alleati sulle coste siciliane. Dopo la votazione del consiglio, il Duce dovette dimettersi, e subito dopo venne arrestato dalla polizia militare per ordine del re, che di fatto gli voltò le spalle.
CADUTA DEL FASCISMO 25 LUGLIO: IL RITORNO IN ITALIA IL 23 SETTEMBRE
Inizialmente Mussolini venne fatto salire su un’ambulanza della Croce Rossa poi portato presso una caserma dei carabinieri di Roma, e il 27 luglio venne poi trasferito sull’isola di Ponza, sempre nel Lazio. In seguito, anche per depistare i tedeschi che erano sulle sue tracce, venne poi portato in Sardegna, presso la splendida isola della Maddalena, dove vi rimase fino al 27 di agosto. A quel punto venne nuovamente spostato, questa volta sul Gran Sasso, negli Appennini, in un luogo che veniva ritenuto impenetrabile, ma il 12 settembre un commando tedesco lo liberò, portandolo poi da Hitler. Sei giorni dopo, era il 18 settembre, Mussolini proferì il suo primo discorso dopo la liberazione: “Dopo un lungo silenzio ecco che nuovamente vi giunge la mia voce, e sono certo che la riconoscerete…”. Rientrò in Italia il 23 settembre dove costituì un nuovo governo, riunitosi per la prima volta il 27 dello stesso mese.