Il cardinale Kasper difende una istruzione del Vaticano sulle parrocchie che ha fatto discutere molto in Germania ed è stata criticata anche da diversi vescovi tedeschi. Il cardinale Kasper è intervenuto oggi a Domradio, la stazione radiofonica dell’Arcidiocesi di Colonia, per replicare ai critici, ai quali secondo Walter Kasper sfuggirebbe il punto centrale del documento vaticano sulle parrocchie.
“Le critiche trascurano quello che è l’obiettivo principale dell’istruzione, cioè la conversione pastorale a un cammino missionario. Questo è ciò che sta a cuore a Papa Francesco ed è l’elemento topico, considerati i numeri delle persone che lasciano la Chiesa Cattolica in Germania”. La Chiesa infatti sta vivendo una vera e propria emorragia di fedeli in Germania: meno 272.771 dal 2018 al 2019, si tratta di un record negativo per i cattolici tedeschi.
La situazione dunque è preoccupante e questa istruzione fa parte della risposta al problema (non solo tedesco) da parte del Vaticano, che però evidentemente non convince molti anche all’interno delle gerarchie cattoliche tedesche, che lo hanno bollato come “neoclericalismo autoritario“. Il cardinale Kasper, già presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, non è invece d’accordo con questa definizione e condivide lo spirito di questa istruzione, che punta a rilanciare l’aspetto missionario anche delle singole parrocchie.
CARDINALE KASPER: “GRATO PER LE OSSERVAZIONI DEL VATICANO”
Fra i critici tedeschi del documento del Vaticano sulle parrocchie c’è anche il cardinale Reinhard Marx, mentre Kasper si schiera a favore, come ha fatto anche un altro porporato, il cardinale Rainer Maria Woelki di Colonia. Secondo l’intervento odierno del cardinale Kasper, i critici hanno enfatizzato troppo la parte iniziale del documento, che sottolinea la responsabilità comune dell’intero popolo di Dio e dunque di ogni battezzato all’interno delle parrocchie.
Kasper si definisce infatti “grato” per “queste osservazioni (del Vaticano, ndR), perché la discussione costante sul celibato, l’ordinazione femminile e vari altri temi porta, comunque si risponda a queste domande, al fatto che nessun giovane sa più in cosa viene coinvolto quando decide di perseguire la vocazione sacerdotale”.
Questo dunque è un tema decisivo secondo il cardinale Kasper: ricreare “un clima di accettazione, riconoscimento, significato e bellezza della vocazione sacerdotale nelle parrocchie”, altrimenti tutte le altre riforme rischiano di essere inutili. Il cardinale Kasper si dice d’accordo con quanto scrive il documento quando suggerisce che i compiti non strettamente legati al ministero sacerdotale possono essere delegati.
KASPER FAVOREVOLE ALL’APERTURA AI LAICI
Il cardinale Kasper apprezza questa apertura ai laici, a maggior ragione perché nella Chiesa “la responsabilità ha un carattere personale – in termini biblici, testimonianza personale – e non può nascondersi dietro strutture”. Altro scopo del documento, aggiunge il cardinale Kasper, sarebbe proprio quello di prevenire l’autoritarismo clericale che alcuni hanno contestato all’istruzione del Vaticano: ad esempio si prevedono criteri e procedure per unioni o modifiche di parrocchie, che non possono essere lasciate all’arbitrio dei singoli vescovi.
In conclusione, il cardinale Kasper – notoriamente molto vicino a Papa Francesco – ha comunque voluto sottolineare anche due aspetti del documento del Vaticano che non gli sono piaciuti del tutto: in primo luogo, sarebbe stato meglio se la Santa Sede “avesse consultato i presidenti delle conferenze episcopali del mondo prima di impartire le istruzioni”.
Inoltre, la seconda parte del testo avrebbe tratto beneficio da un “linguaggio più positivo, incoraggiante e riconoscente” a proposito dei laici e del loro ruolo, spesso decisivo per le parrocchie in tante situazioni difficili.