Pietro Montalbetti detto Pietruccio, è uno dei musicisti italiani più noti. E’ infatti il chitarrista del gruppo Dik Dik, band fondatasi a Milano nel lontano 1965. Oggi Pietruccio si è collegato con il programma “C’è Tempo Per” e nell’occasione ha potuto salutare il suo grande amico, il poliedrico artista Moni Ovada, presente invece in studio nello show di Rai Uno condotto da Anna Falchi e Beppe Convertini. “Che piacere vederti Moni – esordisce il chitarrista, che poi risponde ad una domanda dei due presentatori – ci siamo visti a teatro un po’ di tempo fa, poi abitiamo abbastanza vicini a Milano quindi…”. Quindi Ovadia svela: “Io e Pietruccio Montalbetti ci conosciamo da 74 anni. Siamo nati nello stesso giorno di aprile? Non ci credo l’ho scoperto oggi, è lo stesso giorno in cui è nato Charlie Chaplin”. I due sono venuti al mondo il 16 aprile (del 1941 Pietro e del ’46 Moni): “Ho 79 anni – racconta il chitarrista, che poi aggiunge – il 16 aprile è nato anche Bob Dylan mi sembra”.
PIETRO MONTALBETTI: “IL MIO SOGNO ERA FARE L’ESPLORATORE”
Ma Montalbetti non nasce con la musica nel cassetto: “Il mio sogno da bambino era quello di fare l’esploratore, poi per una serie di circostanze favorevoli abbiamo creato i Dik Dik”. Ad un certo punto è però venuta fuori questa vena avventuriera di Pietro: “Ho detto ai miei compagni che mi sarei assentato un po’ e così sono partito. Sono stato in Amazzonia, ho risalito il fiume Niger, sono andato in Congo. Il mio luogo del cuore? La catena dell’Himalaya, sono stato in Tibet in questi monasteri che ti danno pace, anche se non sono buddhista ma ti danno una pace…”. Secondo Montalbetti una persona dovrebbe fare prima o poi un viaggio in solitaria: “Il viaggio in solitaria ti permette di capire chi sei, bisogna avere però uno spirito di adattamento, una volta ho dormito in mezzo agli scarafaggi, un’altra volta mi son trovato un boa che mi cadeva dalla testa…”. Montalbetti era molto amico di Lucio Battisti: “Mia mamma lo accolse con un figlio, quando si ammalava veniva da noi perchè non voleva essere portato in ospedale”.