LE PAROLE DI NUNZIA CATALFO
Cesare Damiano ha nei giorni scorsi intervistato Nunzia Catalfo per la sua videorubrica “Il Punto”. Tra le domande che ha rivolto alla ministra del Lavoro, ve ne sono state ben quattro riguardanti i temi di riforma pensioni. Catalfo ha quindi potuto confermare la volontà dell’esecutivo di arrivare a varare un intervento strutturale basato sulla flessibilità, anche se ancora dovranno essere studiati tutti i dettagli della stessa. Inoltre, c’è la volontà di prorogare sia l’Ape social che Opzione donna, che altrimenti andrebbero in scadenza a fine anno. Si sta anche studiando la possibilità di potenziare la staffetta generazionale nel mercato del lavoro a partire dai contratti di solidarietà espansiva. Anche in questo caso bisognerà studiare il giusto strumento per l’obiettivo. La ministra ha anche detto di aver preso l’impegno per un incontro tecnico con l’Inps per cercare di trovare una soluzione per gli esodati ancora esclusi e ha anche ribadito che Quota 100 resterà in vigore fino alla sua naturale scadenza, alla fine del 2021, anche per non cambiare le aspettative dei cittadini.
GLI ERRORI ITALIANI SULLA SILVER ECONOMY
Mara Guarino, in un articolo riportato su ilpuntopensionielavoro.it, ricorda alcuni contenuti dell’ultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate di Itinerari previdenziali dedicato alla Silver economy e alle opportunità dell’invecchiamento in ottica sociale, economica e di sostenibilità. Un tema che viene purtroppo anche trascurato dal mondo politico,che fa “coincidere l’attenzione ai problemi dei lavoratori senior sulla sola – seppur rilevante – questione della flessibilità in uscita, a discapito degli aspetti che attengono invece la loro permanenza sul lavoro. Basti del resto pensare – approccio al quale contribuisce senza dubbio anche il falso mito del ricambio generazionale – che in Italia non è particolarmente incentivata la prosecuzione del lavoro una volta maturati i requisiti per la pensione”. L’autrice ricorda in questo senso che nel settore privato si può permanere al lavoro anche si sono maturati i requisiti per la pensione, “ma solo fino al raggiungimento dei 71 anni ed esclusivamente in presenza di un accordo con l’azienda, che può comunque far valere il sopraggiunto limite di età per interrompere il rapporto di lavoro”.
REPORT SU PENSIONI OCSE
Secondo l’ultimo report del Melbourne Mercer Global Pension Index (MMGPI) l’Italia tra i Paesi OCSE sarebbe l’ultima per la sostenibilità delle pensioni e per questo occorrerà, secondo il report australiano-internazionale, al più presto una riforma previdenziale. Adeguatezza, sostenibilità e integrità: questi tre sottoindici, secondo il MMGPI, danno il senso della situazione previdenziale di ogni Paese. Ebbene, l’Italia è carente da anni per l’età pensionabile statale, il livello di finanziamento avanzato da parte del governo e il livello del debito pubblico: la Quota 100 non ha sortito gli effetti sperati secondo il report oggi riportato dal portale “Proiezioni di Borsa”, e perciò al momento viene consigliato allo Stato italiano di aumentare l’età pensionabile, «Questo aiuta a mantenere un rapporto più equilibrato tra lavoratori e pensionati, l’esatto contrario di Quota 100». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SALVINI
Durante l’intervista al Tg1 delle 20:00 di ieri, Matteo Salvini ha parlato anche di riforma pensioni nel momento in cui gli è stata posta una domanda sul Recovery fund. Il leader della Lega ha infatti spiegato che le risorse europee non arriveranno all’Italia prima dell’anno prossimo e che sottopongono il Paese all’accettazione di indicazioni di politiche economiche da attuare, tra cui la cancellazione di Quota 100. “L’Europa ci dice che in cambio dei soldi del Recovery fund dobbiamo tornare alla legge Fornero, dobbiamo cancellare i diritti e Quota cento. Non esiste. Se vogliono provare a tornare alla legge Fornero, la Lega farà le barricate dentro e fuori il Parlamento”, sono state le parole di Salvini come riportate dal sito del Tempo. Intanto il sito del Giornale ricorda che sul sistema pensionistico italiano, come spiegato da Alberto Brambilla e Antonietta Mundo sul Corriere della Sera, incombono tre “bombe”: l’aumento dell’importo degli assegni di invalidità, il prevedibile aumento del ricorso a Quota 100 a causa della crisi e la sentenza della Consulta sul taglio delle pensioni d’oro.
I PROBLEMI DEL SISTEMA ITALIANO
Come riporta we-wealth.com, secondo il Mercer Global Pension Index, il sistema pensionistico italiano è poco sostenibile. In base a un giudizio fondato su adeguatezza, sostenibilità e integrità, il nostro Paese “ha ottenuto un punteggio complessivo di 52.2, posizionandosi nella parte media della classifica”. “Il punteggio dell’Italia è stato portato in basso soprattutto dall’indice di sostenibilità (19). Il punteggio più basso in assoluto. Questo va però a misurare il livello a cui si va in pensione, i finanziamenti disponibili e il livello di debito pubblico”. “Lo studio osserva che tutti i Paesi, anche quelli nordici con punteggi molto alti, hanno margini di miglioramento. E secondo l’analisi i passi da fare per migliorare la condizione attuale” passano da una riforma pensioni che aumenti l’età di uscita dal mondo del lavoro, così che non si alzi il gap tra pensionati e forza lavoro, e dall’obbligo per i datori di lavoro di fornire un piano pensionistico ai propri dipendenti. Passi non facili da compiere in Italia.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAVALLERO
In una lettera al direttore pubblicata su quotidianosanita.it, Giorgio Cavallero, Segretario Generale della Cosmed, evidenzia come “le continue riforme del sistema pensionistico, nonché i continui annunci di modifiche, hanno creato confusione e prodotto un risultato opposto a quello perseguito: una fuga dal sistema alimentata dal timore della perdita dei diritti acquisiti”. Difatti, “le voci sulla quota 100 stanno producendo un incremento delle domande di pensione anche da parte di chi come i dipendenti pubblici avrebbe tutto l’interesse a restare in servizio fino al 2021 per godere degli aumenti contrattuali pieni a regime del contratto 2019-21, che sarà emanato, con i relativi benefici pensionistici indotti”. Si rende dunque necessario “un intervento organico e complessivo” di riforma pensioni, come quello di una legge delega ipotizzato dalla ministra Catalfo.
LA RICHIESTA DELLA COSMED
Per la Confederazione sindacale medici e dirigenti, è necessario introdurre nel sistema “una staffetta generazionale che contempli l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro valorizzando contemporaneamente l’esperienza lavorativa e la potenzialità formativa di chi è prossimo alla pensione. In tal senso presenteremo un progetto”. Importante poi valorizzare la previdenza complementare e separare previdenza da assistenza. Soprattutto è “imprescindibile il metodo di confronto con i rappresentanti dei lavoratori sperando che vengano evitati colpi di mano nei confronti di coloro che hanno versato una parte rilevante del proprio reddito (nel settore pubblico almeno il 37% delle retribuzioni è investito in previdenza) nelle casse pensionistiche”.