Stefano Bonaccini entra nel dibattito in merito ai famosi verbali desecretati del Comitato Tecnico Scientifico e che fanno riferimento alla prima fase dell’emergenza Coronavirus nel nostro Paese e al lockdown: il governatore dell’Emilia-Romagna è intervenuto quest’oggi prendendo le posizioni del premier Giuseppe Conte e del Governo e sugli eventuali errori o ritardi commessi dalla politica in merito alle chiusure ha spiegato che, a suo dire, a giochi fatti non si dovrebbe commentare. “Un errore chiudere? Parlare dopo è facile” ha detto il governatore in quota Pd che ha comunque ammesso che il Paese era impreparato a quello tsunami che è stata la pandemia da Coronavirus e che si siano commessi errori. “Ma al di là di questo mi pare che l’Italia abbia gestito con risultati migliori di altre democrazie occidentali” ha concluso Bonaccini.
BONACCINI SUI VERBALI DEL CTS, “ERRORE CHIUDERE? PARLARE DOPO E’ FACILE”
Come è noto, infatti, il motivo del contendere è la scelta ‘politica’ del Presidente del Consiglio dei Ministri di estendere il lockdown a tutto il territorio nazionale laddove invece gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico suggerivano una chiusura selettiva e limitata solo ad alcune aree. I suddetti verbali (o meglio una parte di essi), pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi che negli scorsi giorni ne aveva fatto richiesta mostrano infatti come, in merito all’analisi della situazione epidemiologica in Italia ai primi di marzo, il CTS avesse proposto all’esecutivo di adottare due diversi livelli di misure di contenimento, di cui uno nei territori in cui il virus già circolava ampiamente e un altro invece nel resto del territorio nazionale. Nel primo caso le aree soggette a un lockdown più rigoroso erano diverse province dell’Emilia-Romagna (Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Rimini e Modena), oltre che delle Marche, del Veneto e del Piemonte. Come si ricorda, due giorni dopo quel 7 marzo indicato nei verbali, con un Dpcm veniva dato ufficialmente il via al lockdown generale e senza distinzioni geografiche.