La settimana che ci lasciamo alle spalle ha visto il ritorno delle mai superate tensioni tra Usa e Cina. Nonostante l’amministrazione Trump abbia intenzione di inasprire ulteriormente i rapporti con la superpotenza orientale, i mercati finanziari internazionali, nel loro insieme, non hanno subìto alcuna ripercussione. Nel corso delle giornate si è potuto assistere a un rialzo costante delle principali borse accompagnato dall’incremento sui listini obbligazionari. Quest’ultimi – rappresentati del benchmark JPM GBI Gl. Usd – hanno visto nuovi massimi storici caratterizzati, come già evidenziato, da una stretta correlazione con l’asset class azionaria.
A parziale conferma di un ritrovato sentiment positivo non può essere sottovalutato l’andamento dell’indice Vix: nel corso della settimana “l’indice della paura” ha registrato cinque sedute consecutive negative e la prospettata violazione del supporto a quota 24 è avvenuta con un minimo weekly (20,97) ben oltre il primo target in corrispondenza dei 23 punti. L’attuale impostazione grafica vedrebbe come naturale obiettivo la chiusura del più volte menzionato gap dello scorso febbraio, ma è plausibile che si possa comunque registrare un ritorno oltre i 24,64 punti per successivamente proseguire con l’attuale tendenza ribassista.
Inevitabile, a seguito di una riduzione del Vix, l’andamento positivo dei principali listini azionari internazionali (rif. MSCI World Usd). Il trading range delimitato dalla resistenza di area 2.337,97/2.338,51 punti ha visto il superamento di quest’ultima con il raggiungimento del preannunciato obiettivo (target 1 mensile). Le attuali quotazioni si sono riportare ai livelli di febbraio ovvero all’inizio del periodo caratterizzato dallo storico “sell off pandemico”. Osservando la recente dinamica dei prezzi è facilmente individuabile il primo traguardo rappresentato dalla resistenza dinamica posta a quota 2.375,94 punti.
L’intero palinsesto algoritmico – rappresentato dai molteplici indicatori sia leading che lagging – sembra supportare un’ulteriore fase rialzista di breve termine con un potenziale upside superiore alla citata resistenza. Se già nel corso di queste prime sedute i prezzi dovessero oltrepassare il target individuato ci sono buone probabilità di poter vedere il sottostante azionario in prossimità dei propri massimi storici. Scenario invece negativo qualora le quotazioni dovessero retrocedere fino a registrare una chiusura inferiore ai 2.324,08 punti: in tale ipotesi, l’intera impostazione grafica vedrebbe compromessa la sua forza di brevissimo periodo con serie implicazioni ribassiste in ottica di breve termine.
Anche la componente obbligazionaria si è caratterizzata per i rialzi messi a segno nel corso della trascorsa ottava. Dopo un avvio settimanale negativo ha subito recuperato registrando due nuovi massimi storici consecutivi. Il nostro anticipato scenario riconducibile a «una prima fase rialzista con potenziali nuovi massimi» si è concretizzato e – al momento – se ne attende il completamento ovvero attraverso «un successivo ritracciamento contenuto» a quota 605,51.
La realizzazione di questa ipotesi favorirebbe maggiormente la prosecuzione dell’attuale trend di brevissimo periodo con ottime possibilità per poter conseguire il primo target (al rialzo) ancor prima della conclusione mensile. Particolare attenzione al supporto coincidente all’area di prezzo 605,15/605,51 punti: un ritorno delle quotazioni in prossimità di quest’ultima soglia comporterebbe una revisione del sopracitato outlook con serie implicazioni in ottica ribassista (avvicinamento al I target ribassista mensile). Nuovamente confermato il nostro sentiment negativo sul decennale tedesco (rif. Future Bund) che – in caso di violazione del supporto a quota 176,92 punti – potrebbe subire un’accelerazione ribassista con obiettivo inferiore a 176.
Il mercato delle commodities, e in particolare il suo comparto “metalli preziosi”, ha visto l’aggiornamento dei nuovi massimi storici dell’oro. L’andamento del lingotto ha raggiunto il nostro primo obiettivo rialzista mensile (2.072,10) per successivamente ripiegare al termine della settimana. Sebbene la chiusura negativa di venerdì si sia circoscritta a soli due punti percentuali, è opportuno rilevare l’ampiezza tra il massimo e il minimo di giornata (superiore al 3%): qualora si dovessero registrare ulteriori sedute caratterizzate da un’escursione così marcata e un medesimo epilogo, il tutto potrebbe rappresentare la conclusione dell’attuale fase rialzista del “bene rifugio”. Passando alla componente energy delle materie prime, e osservando il suo principale sottostante rappresentato dal petrolio (rif. WTI), si può notare come l’obiettivo di quota 42,27 dollari (target rialzista mensile) sia stato ampiamente raggiunto nel corso della settimana (massimo weekly a 43,52). Le successive flessioni registrate hanno riportato i prezzi del barile in prossimità dell’importante supporto di area 41,11: una chiusura inferiore a quest’ultimo livello agevolerebbe la creazione di una fase di debolezza con primo target oltre soglia 38,89 dollari.
Sul forex si sta beneficiando marginalmente del posizionamento (frazionato) sul rapporto Eur/Usd e pertanto si conferma la precedente strategia. Nel corso di questa settimana vengono inoltre affiancate due ulteriori scelte operative: short sul cross Gbp/Usd e long su Usd/Jpy. Per entrambe le opzioni viene allocato il 50% del potenziale posizionamento con un ritorno atteso stimato pari allo 0,67% rispetto al valore di ingresso (price entry alle ore 12 di oggi).
Le recenti perfomance dei mercati obbligazionari e dell’oro impongono l’attento monitoraggio dell’intera asset class azionaria che, rispetto ai propri massimi storici (rif. MSCI World Usd), ne risulta poco distante (circa tre punti percentuali). Un nuovo record appare verosimile, ma, ancor più verosimile, sembra essere la tanto attesa flessione che giungerà subito dopo. L’estate è sinonimo di vacanza e, mai come ora, anche i nostri investimenti, necessitano di un periodo di riposo.