Aleksandr Lukashenko non ha vinto, ha stravinto le Elezioni Presidenziali in Bielorussia anche se i risultati ufficiali arriveranno non prima del 14 agosto prossimo: con l’80,23% dei voti, come reso noto dalla agenzia statale “Belta”, il Presidente eletto la prima volta nel 1994 vede iniziare il suo sesto mandato alla guida del Paese alleato della Russia di Putin, il quale subito si è congratulato per la vittoria. Ma per la Bielorussia però sono ore e saranno giorni di fortissima tensione, con le opposizioni e le proteste in piazza che gridano all’ennesimo broglio del regime: dopo che la commissione elettorale centrale ha annunciato che la candidata dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, ha ottenuto il 9,9% dei voti, sono esplose le proteste a Minsk con un’autentica guerriglia urbana a tratti violentissima. Un morto, dozzine di feriti e almeno 200 arresti è il bilancio riportato stamane dall’Ansa nella notte di scontri nella capitale a seguito del risultati di Lukashenko “nuovo” Presidente bielorusso: «La polizia ha il controllo della situazione in relazione ad azioni di massa non autorizzate», riporta ancora l’agenzia di stampa nazionale citando il Ministero degli Interni di Minsk. Poche ore fa infatti, riportano le diverse testimonianze sui social, le forze dell’ordine hanno sedato la protesta di migliaia di manifestanti scesi in strada con le granate anti-sommossa compiendo diversi feriti e purtroppo anche una vittima.
If you haven’t seen what’s happening in Belarus, look into it. This is Minsk tonight. The President/Dictator claims to have won 80% of the vote. Yet thousands and thousands are protesting, saying he stole the election. This is his response ?? pic.twitter.com/LHPL5lCdVw
— Joshua Potash (@JoshuaPotash) August 9, 2020
LUKASHENKO VERSO LA RIELEZIONE
È caos in Bielorussia per le Elezioni Presidenziali 2020 ancora in corso da martedì: sono lunghe le code ai seggi con la popolazione che ha deciso di partecipare in massa a queste votazioni che dovranno confermare per la sesta volta consecutiva il Presidente Aleksandr Lukashenko (in carica dal 1994) o se vedere l’incredibile vittoria dell’outsider Svetlana Tikhanovskaya, ex insegnante oggi casalinga e soprattutto moglie del blogger dissidente Serghei Tikhanovsky (arrestato dal Governo Lukashenko con accuse considerate dalle agenzie umanitarie internazionali come “pretestuose”). Al momento dai primi exit poll emersi verso la chiusura dei seggi vede un trionfo quasi schiacciante per il potere del presidentissimo: 79% per Lukashenko contro le briciole lasciate agli sfidanti secondo questi risultati preliminari, in attesa del check definito della CEC (commissione elettorale centrale). Dopo una campagna elettorale fatta di proteste e brutale repressione imposta dal regime bielorusso, le Elezioni Presidenziali di oggi rappresentano il punto più contestato della lunga era Lukashenko ma l’esito del voto sembra al momento non aver subito particolari scossoni nonostante l’impegno delle mogli dei dissidenti di Minsk.
GLI APPELLI DI LUKASHENKO E TIKHANOVSKAYA
«È possibile che domani, quando verranno annunciati i risultati preliminari, l’opposizione scenda in piazza a contestarli, temendo già brogli e manipolazioni», riporta l’Agi ricordando come dal 1994 ad oggi nessuna delle Elezioni Presidenziali in Bielorussia è stata bollata come giusta e trasparente dai commissari Osce. In attesa dei risultati effettivi in diretta, alle ore 18 aveva votato il 79% degli elettori confermando la piena partecipazione di popolo, anche se questo non elimina secondo la sfidante Tikhanovskaya i rischi di brogli nazionali. «Voglio veramente che le elezioni siano oneste perché se le autorità non hanno nulla da temere, se tutte le persone sono a favore del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, allora saremo d’accordo con questo, se le elezioni sono oneste», commenta fuori dal suo seggio “Sveta” davanti agli applausi dei suoi sostenitori. «La Bielorussia, domani, non sprofonderà nel caos, nella guerra civile, non c’è ragione per dirlo, non sottovalutiamo la situazione», ha invece lanciato come appello Lukashenko dopo aver votato, mettendo in atto un durissimo intervento massiccio delle forze dell’ordine per reprimere le rivolte di piazza, anche se del tutto negato dallo stesso Presidente «Nessuno ha condotto una repressione in violazione della legge e nessuno la condurrà. Rispettate la legge». Gli arresti dei dissidenti ma anche dei semplici sostenitori negli ultimi giorni di campagna elettorale verranno contestati domani con l’ufficialità dei risultati delle Elezioni nelle principali piazze del Paese, sempre che il regime lo consenta.