È rimasto lì, sulla tolda di comando, incurante della tempesta, pronto a sfidare i marosi del futuro che parevano destinati a travolgerlo. Non è arretrato di un millimetro, Stefano Pioli: ha tenuto saldo il timone del suo Milan fra le mani e l’ha condotto lontano dall’occhio del ciclone, respingendo anche l’assalto del “nemico” tedesco Ralf Rangnick. “Io non sono proprio andato a vedere come giocavano le squadre di Rangnick, mai. Mi sono concentrato sul mio lavoro con i giocatori, con lo staff, con Maldini, con Massara, con i medici, con i fisioterapisti: unità e coesione, nella fase delicatissima del Coronavirus. E il club ci ha sempre fatto sentire sicuri”, ha rivelato ieri al quotidiano “La Repubblica” “capitan” Pioli, che ha condotto la nave rossonera in porto con un grandissimo finale di stagione, tanto che il Milan non ha solo vinto il campionato post-Covid, ma è anche la compagine che, nel 2020, ha fatto più punti dopo l’Atalanta, perdendo soltanto il derby contro l’Inter e la sfida con il Genoa.
STEFANO PIOLI: “IBRAHIMOVIC DEVE RESTARE”
Nella sua missione, Stefano Pioli ha trovato da gennaio un soldato insostituibile, su cui poter contare sempre e comunque: si tratta di Zlatan Ibrahimovic. “In una stagione non tutto fila liscio, ma lui rende tutto facile – ha raccontato il tecnico a ‘La Repubblica’ –. È sbagliato riferirsi all’età, è un professionista al 100%. Ha insegnato ai giovani la serietà, la competitività in ogni singolo allenamento. È il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Sono segnali fortissimi. Zlatan ha un grande rispetto dei ruoli”. Ecco perché, per Pioli e per tutto il Milan, sarebbe importante trattenere in rosa un fenomeno come lo svedese: “Io all’esterno posso sembrare misuratissimo, ma sono molto esigente. Le motivazioni c’erano anche prima di Ibra. Però, quando c’è una presenza così carismatica, il compito è facilitato. Lui ha alzato la competitività: per un passaggio sbagliato nel torello si infuria. Paolo, Gazidis, Massara, io, tutti siamo convinti che debba continuare con noi. Dalla trattativa economica è giusto che io resti fuori, ma siamo tutti consapevoli di quello che ha dato”.
STEFANO PIOLI: “ORA LA CHAMPIONS”
Stuzzicato sul punto dal quotidiano “La Repubblica”, Stefano Pioli ha quindi parlato della rincorsa alla Champions League 2021/2022: “L’ossatura di questo Milan è eccellente, con margini di crescita. I ruoli da migliorare li sappiamo io e la dirigenza. Non dobbiamo avere fretta: il mercato finirà ai primi di ottobre, quando avremo già giocato in campionato e, speriamo, tre turni per l’Europa League”. I rossoneri non si iscrivono alla corsa per il trofeo più prestigioso del Vecchio Continente dal 2014 e devono tornarci al più presto, secondo l’allenatore emiliano, il quale ricorda anche però che “il gap col quarto posto è di 12 punti, non facile da colmare. Bisogna consolidare e migliorare il livello attuale, col bel gioco. Nessun obiettivo va scartato, puntiamo anche all’Europa League: tre settimane di vacanza e subito il massimo. La squadra giovane è un vantaggio, sappiamo già che cosa ci aspetta: abbiamo preparato bene 12 partite in 40 giorni”. Se non si sbilancia sui nuovi acquisti richiesti alla dirigenza, Pioli ha invece le idee chiare su chi trattenere all’ombra del Duomo a tutti i costi: “Hernandez era al primo anno in Italia e si ritroverà il bagaglio che ha ampliato. Bennacer giocava per la prima volta in un grande club e Leao, col suo potenziale, dovrà dare per forza risultati superiori. E poi ci sono Rebic, Çalhanoglu, Romagnoli, Kjaer. Bastano pochi innesti mirati. Infine, non immagino il Milan senza Donnarumma: è tra i primi tre o quattro portieri del pianeta”.