100 miliardi di euro in 6 mesi per far fronte all’emergenza Covid-19 valgono la metà del Recovery Fund ma non potranno essere nuovamente riproposti con l’accordo dell’Europa: lo spiega il Commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni nella lunga intervista al Corriere della Sera del 10 agosto quando sottolinea come «L’azione di emergenza era necessaria e le decisioni prese a Bruxelles l’hanno resa possibile. Dobbiamo anche essere consapevoli che nel 2020 l’Italia sta spendendo più di tutti, assieme alla Germania. Più di Francia e Spagna. Una cosa enorme visto il livello del debito. Ma attenzione: Next Generation Eu non è il secondo tempo di questa azione di pronto soccorso, magari finanziato da fondi europei». Secondo Gentiloni invece le spese straordinarie vanno gestite con una logica che non può più essere di emergenza o, peggio, con l’obiettivo di tornare ad una situazione pre-Covid: «Non facciamo una grande operazione per tornare alla normalità di prima e per l’Italia sarebbe doppiamente sbagliato. Il Recovery Fund avrà successo se trasformerà le nostre economie in senso più sostenibile, più inclusivo e le renderà più competitive». E così per Gentiloni un Paese che aveva la crescita più bassa degli altri – come l’Italia – non potrà a maggior ragione esimersi da questo obiettivo: «i sostegni ai redditi non possono durare all’infinito»
“NO 100 PROGETTI PER TUTTI”
L’Italia sarà il maggior beneficiario del Recovery Plan ma questo non significa, spiega ancora Gentiloni, che non vi saranno controlli specifici sui piani di riforme per il solo fatto di essere in emergenza: «Bisogna che tutti i Paesi si impegnino per evitare quella che io chiamo la Grande divergenza, ma fermare questa divergenza è stato il leitmotiv del mio lavoro». Per l’ex Premier Pd l’occasione per l’Italia oggi è quella di fare sul serio quei cambiamenti che vengono ripetuti da anni da tutti i Governi: «più che cento progetti per dare segnali a tutti, penso sia importante concentrarsi su sette o otto aree di intervento che trascinino il resto. Ma devono essere percorsi precisi con spese dettagliate, investimenti, regolamenti, risultati attesi, tempi previsti. Penso di essere tra i più consapevoli di quanto sia difficile, ma senza chiarezza e realismo sarà difficile assicurare il successo di Next Generation Eu». Sul fronte del patto di stabilità sospeso – dopo che oggi il collega Dombrovksis ha annunciato che rimarrà bloccato anche per tutto il 2021 – Gentiloni sottolinea «Nella crisi precedente abbiamo avuto una doppia recessione perché abbiamo perseguito una stretta di bilancio troppo presto. La Commissione terrà conto dell’importanza di evitare lo stesso errore. Per quanto mi riguarda, trovo interessante l’indicazione dello European Fiscal Board di usare come valore di riferimento per prendere decisioni sul Patto di stabilità il momento in cui la Ue tornerà ai livelli di Pil del dicembre 2019».