Carlo Pistarino torna a parlare della “sua” Genova e lo fa a Il Secolo XIX dove racconta anche i tanti personaggi noti che hanno avuto i natali dal capoluogo ligure. La carriera del classe 1950 è iniziata proprio a Genova, città dove ha iniziato come dipendente dell’Azienda municipalizzata trasporti per poi salire sul palcoscenico prima virtualmente con Radio Genova International e poi al Teatro Stabile. C’è un aneddoto interessante che racconta poi su Beppe Grillo: “Ci ha messo 20 anni prima di fare uno spettacolo in città, aveva paura dei noti mugugni dei genovesi”. Sicuramente è un episodio curioso che però non lo riguarda: “Io mi sono trovato bene subito, forse perché raccontavo quello che i genovesi vivevano tutti i giorni”.
Carlo Pistarino, quella volta con Alberto Sordi
Tra i racconti del comico Carlo Pistarino ce n’è anche uno legato al re della comicità Alberto Sordi. Spiega: “Per me l’incontro con lui è stato davvero molto importante. Venne a Genova per ritirare un premio. Mi mandarono sul palcoscenico e lui era seduto in prima fila. Lo guardai e dissi: ‘Fare uno spettacolo davanti a lei è come per un carrozziere farlo davanti a Pininfarina’. Rise davvero molto e ancora oggi ho una sua foto autografata con dedica”. Pistarino ha lavorato con un altro mostro sacro della commedia, Paolo Villaggio: “Erano i tempi di Un fantastico tragico venerdì. Villaggio improvvisava ogni inizio di puntata. Una volta disse: ‘La puntata di oggi inizia con me che mangio un minestrone bollente in una sala mensa’. Tutti spostarono luci e telecamere nella sala che era lontanissima dallo studio”.
E Antonio Ricci…
Con Antonio Ricci ha avuto un rapporto straordinario Carlo Pistarino, dai tempi di Drive In. Com’era all’epoca l’ideatore di Striscia La Notizia: “Era un ragazzo alla mano, sempre con un sorriso beffardo sulle labbra. Ha capito bene cos’è la diplomazia. In ufficio passa 20 ore al telefono e 2 minuti a parlare con te. È il Maurizio Costanzo dei comici, come potere siamo lì. Fagli uno sgarro però e lui non te lo perdonerà mai”. Nonostante questo l’artista ha un cruccio nella sua mente: “Dopo tanta carriera oggi provo un po’ di delusione. Ho sperimentato di persona che la meritocrazia è morta da anni. Dopo aver fatto tanto mi ritrovo non dico ad essere dimenticato, ma a non essere ripagato per quanto ho dato”.