Ancora oggi in molti si chiedono come è morto Lucio Dalla. Il noto cantante bolognese fu colpito da un infarto otto anni fa, quando si trovava in Svizzera per una serie di concerti. Un avvenimento inaspettato, che non diede alcuna avvisaglia. L’amico storico di Lucio Dalla, il fotoreporter Roberto Serra, aveva preso malissimo la notizia. “Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso”, le sue prime parole all’epoca. Morto all’età di sessantotto anni, Lucio Dalla prima dell’infarto godeva di ottime salute. La Midas Promotion, agenzia di comunicazione nel campo musicale e televisivo, fece sapere che Lucio Dalla aveva fatto colazione normalmente prima del malore. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
L’attacco cardiaco letale a Lucio Dalla
È stato un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti, a stroncare Lucio Dalla. Il grande artista, uno dei simboli della musica italiana, è stato colpito dal malore subito dopo la colazione, come raccontato da Andrea Mingardi, artista bolognese e amico di lunga data di Lucio. Eppure nessuna avvisaglia del malore incombente, nessun sintomo. È per questo che la sua morte è stata ancora più tremenda, per cari e colleghi. Come dimenticare le parole di Roberto Vecchioni che di Dalla, dopo la morte, disse: “Lucio era un maestro in questo, raccontava l’umanità tutta senza distinzioni di colori, di pelle, di età. Era un maestro, un antesignano, un pioniere. Ecco, lo ricordo così: Lucio era un pioniere dell’affettivitá totale”. E come lui, tanti altri noti artisti che avevano avuto l’onore di conoscerlo. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Lucio Dalla, la tragica morte dell’artista
Come è morto Lucio Dalla? A distanza di otto anni dalla sua scomparsa, il pubblico italiano non smette di porsi questa polverosa domanda. Dobbiamo tornare indietro fino all’1 marzo del 2012 per trovare il cantautore ad un solo passo dal suo 69° compleanno. Durante un soggiorno a Montreaux, per una serie di concerti in Svizzera, il cantautore è stato colpito da un infarto durante le prime ore del mattino. “Appariva tranquillo, ottimista, allegro, pieno di progetti, con grande voglia di sperimentare nuovi territori”, ha detto l’amico e artista Andrea Mingardi in occasione della tragedia, come riferisce Il Sole 24 Ore, “Abbiamo perso un pezzo di Bologna, una torre piccolina ma anche grande di Bologna”. Il coro di cordoglio da parte di amici, colleghi e ammiratori si è fatto sentire a mezzo social nel giro di pochissimo tempo. “Raccontava l’umanità tutta senza distinzione di colori, di pelle, di età”, ha detto all’epoca Roberto Vecchioni”, era un maestro, un antesignano, un pioniere. Ecco, lo ricordo così: Lucio era un pioniere dell’affettività totale”. Fra i più increduli l’amico storico Roberto Serra, che ai microfoni di Sky Tg24 ha manifestato il proprio sgomento: “Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso”.
Come è morto Lucio Dalla? Un forte legame con la Svizzera
Montreaux è stato l’ultimo luogo visitato da Lucio Dalla prima della sua morte. Il legame fra il cantautore e la Svizzera era forte di quel tour affrontato 30 anni prima, di quei ricordi immutati che gli hanno permesso di rivivere forti emozioni. Non è un mistero che Dalla sia morto a causa di un infarto, ma ciò che colpisce è che non ci sono mai state avvisaglie dell’imminente malore. “Non vi era alcun segno di stanchezza o un segnale che non fosse in forma”, ha detto all’epoca Pascal Pellegrino, il direttore della stagione culturale nella città svizzera. Oggi, sabato 15 agosto 2020, Lucio Dalla verrà ricordato nella replica di Una storia da cantare, in onda su Rai 1. Alcuni non hanno mai creduto all’infarto, nonostante la chiarezza di quanto accaduto in quei tragici momenti. Ed è così che è nata una teoria del complotto: secondo alcuni, Dalla sarebbe stato addirittura avvelenato mentre soggiornava nella città massona in cui trovano rifugio i Cavalieri Templari. Tanto che alcuni hanno visto persino un legame fra Dalla e la massoneria per via di quella rosa posta sulla sua bara, simbolo della presunta affiliazione dell’artista.