Il Movimento 5 Stelle è in subbuglio: in attesa che i nodi politici col Pd vengono risolti nel caldissimo settembre che attende il Governo Conte-2 (legge elettorale, Referendum, Mes, Decreti sicurezza), la notizia della ricandidatura di Virginia Raggi ha visto il grande ritorno in auge dell’ex leader Beppe Grillo. Mentre domani il M5s ha deciso per la votazione su Rousseau per la parziale modifica della regola sul doppio mandato e sulle alleanze locali alle Regionali, il fondatore ed ex comico lancia una sorta di “nuovo manifesto” del Movimento in un video apparso sul suo canale YouTube: «È parecchio tempo che non faccio video, che non voglio apparire, che sono in disparte perché si dicono un sacco di cose su cui preferisco non essere immischiato. Ma ci terrei a dire che io ho fatto parte di un sogno che si è realizzato del M5S che oggi governa, partendo da un’idea di rete e di un movimento senza sedi, senza tesori, senza soldi partendo proprio dall’idea che la rete è l’intelligenza condivisa», spiega Grillo lanciando la propria proposta “programmatica” con titolo esemplificativo, «Dite al treno che io passo solo una volta». Secondo Beppe Grillo all’Italia serve, anche grazie ai soldi del Recovery Fund, un intenso piano di “infrastrutturazione digitale” che dovrà partire necessariamente dal diritto alla connettività: e così il “manifesto” lancia alcuni punti cardine su lavoro, istruzione, sanità, trasporti, tecnologia, telefonia-internet (con la “società unica” attorno a Telecom) e energia.
CAOS NEL M5S SULLA REGOLE DEL DOPPIO MANDATO
Belle Grillo però non lesina alcuni riferimenti “indiretti” alle critiche sorte all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle, specie dopo la “chiacchierata” riunione con Casaleggio, Di Maio, Crimi e Virginia Raggi dove la sindaca di Roma avrebbe annunciato l’intenzione di ricandidarsi: «Partivamo proprio dall’idea che la rete è l’intelligenza condivisa e la politica condivisa e che la società del futuro sarà condivisa con la rete: attraverso quello passerà qualsiasi cosa. Noi invece ci perdiamo in discorsi completamente inutili, vuoti e senza senso». Un partito che non dovrà mai nascere secondo Grillo – a differenza di quanto paventato da alcuni parlamentari pentastellati – e che invece dovrà rimanere Movimento con nuovi impulsi digitali «adesso, solo adesso, abbiamo l’opportunità di fare scelte coraggiose, sostenendo lo sviluppo digitale dell’Italia con una visione industriale e di lungo periodo. Infrastrutture e competenze digitali, infatti, sono un elemento imprescindibile per rendere il nostro Paese competitivo sui mercati internazionali e generatore di sviluppo. Lo sviluppo digitale dipende adesso da noi: è il momento giusto per fare un piano industriale, non un piano finanziario”». Nel frattempo però non si placano le polemiche tra i grillini con il reggente capo Vito Crimi che nell’annunciare il voto su Rousseau domani e venerdì auspica la modifica alla regola cardine del vincolo sul doppio mandato, chiedendo di escludere dal conteggio dei due mandati uno da consigliere comunale, municipale e/o presidente di Municipio. Alla regole “pro-Raggi” parte del partito non ci sta e fa sapere all’Adnkronos «Mandato zero? Pura ipocrisia. Il limite del secondo mandato muore con la ricandidatura di Virginia Raggi. La si smetta con queste prese in giro degli elettori: dopo il mandato zero, si inventeranno il mandato meno uno». Molto critico anche il viceministro Stefano Buffagni che su Facebook, proprio mettendo in foto Grillo e Gianroberto Casaleggio assieme “provoca” il fondatore citando il suo diretto sodale e amico scomparso «Ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli».