Che il mondo dell’Nba non abbia mai amato il Presidente Donald Trump e che questa mai sbocciata passione fosse anche ricambiata, è cosa nota Oltre Oceano: ma le ultime dichiarazioni del candidato al secondo mandato alla Casa Bianca contro il campionato professionistico di basket Usa hanno creato un solco difficilmente colmabile almeno nel breve-medio periodo. «Lì ci sono alcune persone molto cattive e stupide» attacca Trump in una intervista radiofonica, confermando quanto detto a Fox News solo qualche giorno fa in merito alle manifestazioni di sostegno al movimento anti-razzista Black Lives Matter «L’ho trovato un comportamento vergognoso che non intendo accettare. La mia reazione, e sono certo anche quella di tanti altri, è stata di spegnere la tv. Abbiamo lavorato al fianco della Nba, li ho aiutati a riaprire dopo la pandemia e questa è la loro risposta: se è così, ho zero interesse verso questo sport», ha concluso il Presidente repubblicano. Dopo che i Golden State Warriors in blocco decisero di non partecipare alla tradizionale visita alla Casa Bianca da campioni Nba in carica, lo strappo tra i campioni del basket americano e il leader di Washington è stato graduale ma sempre crescente.
LEBRON “TRUMP NON CI GUARDA? CHISSENE…”
Le tante critiche piovute contro Trump e i repubblicani per le posizioni mantenute sull’uccisione di George Floyd hanno portato addirittura l’allenatore “guru” dei San Antonio Spurs, Gregg Popovich (tra l’altro anche ct della Nazionale di Basket Usa) a definire Trump «uno squilibrato che distrugge, per lui le vite nere non contano». Da allora, ogni match nella “bolla” di Orlando hanno visto la Nba schierarsi in stragrande maggioranza contro Trump e a favore del BLM, così da portare il tycoon a perdere le staffe contro i campioni sottocanestro. Arriva oggi la “replica” del più rappresentativo di quei campioni anti-presidenziali, il n.1 dei Los Angeles Lakers LeBron James dopo le uscite redenti di Trump: «Non credo che alla comunità dei tifosi interessi qualcosa se Trump non guarderà le nostre partite. Penso di poter parlare a nome di tutti quelli che amano questo gioco: non ce ne può fregare di meno, il basket Nba andrà avanti anche senza di lui». Polemica finita? Per nulla, è ancora Trump a tornare sulle parole di LeBron e ricalcare «Quello che stanno facendo è orribile. Guardate gli indici d’ascolto: sono in calo, i numeri sono davvero bassi. Questi comportamenti hanno messo la Nba in grande difficoltà, ma loro non lo capiscono. La gente è infuriata e loro non si rendono conto che hanno fatto abbastanza politica. No, non ne hanno bisogno. C’è davvero qualcosa di brutto nella Nba: sono nei guai, in grossi guai. Non mi piace per nulla quello che succede nel basket: devi rimanere in piedi per la tua bandiera, devi rispettarla e rispettare il tuo Paese». Attacco finale sul tema Cina, uno dei mercati più fiorenti per l’Nba negli ultimi anni: «Il modo in cui si sono inginocchiati davanti alla Cina è francamente un disonore».