Ferragosto si presta ai colpi di scena o, quantomeno, a manovre complicate o, comunque, controverse. È quanto hanno temuto fino all’ultimo gli operatori contrari alla blindatura di Mediobanca, ovvero preoccupati di fronte a un nuovo possibile strappo alle regole del mercato. Non è andata così. Per fortuna, perché la tentazione di subordinare alla ragion di Stato l’andamento dei mercati va praticata con la massima cautela. E l’Italia, tra Atlantia, Ilva, Alitalia (e le pressioni su Telecom) non è certo un caso virtuoso.
Ma il testo definitivo del Dl Agosto ha confermato lo stralcio della norma su Mediobanca che prevedeva uno scudo a fronte di un’eventuale scalata a piazzetta Cuccia, oggetto dell’interesse da parte della Delfin di Leonardo Del Vecchio. La holding finanziaria del patron di Luxottica è in attesa del via libera della Bce per salire dal 10% al 20% della merchant bank italiana e, stando ai più recenti rumors, Francoforte dovrebbe rilasciare un via libera “condizionato” all’operazione. E così, entro il 24 agosto, data ultima per la decisione della Bce, si assisterà probabilmente a una nuova serie di acquisti da parte di Del Vecchio (visto dalla Lega come una sorta di quinta colonna parigina) che inizialmente salirà al 13-14% in vista del 20%, chiave di accesso al tesoro delle Generali inseguito da Del Vecchio, giovane leone dalle 85 primavere che vede di buon occhio l’aggregazione di grandi compagnie assicurative, tanto più se avviene sull’asse italo-francese, a equilibrare la forza della Germania e dei Paesi nordici.
In questa chiave si può apprezzare la scelta dell’esecutivo di “blindare” Borsa italiana in vista del prossimo passaggio di proprietà della società controllata dal 2007 dal London Stock Exchange. Si fa più probabile, a questo punto, un’acquisizione che coinvolga Cdp in un progetto europeo. È probabile che verrà presentata una proposta unica capitanata da Cdp e da Euronext per rilevare il controllo dell’asset valutato da Credit Suisse tra 3,3 e 4 miliardi compresa la piattaforma Mts, leader nella compravendita di titoli di Stato. È probabile che, alla fine di una complessa transazione, Borsa Italiana e le sue controllate confluiranno nel sistema Euronext che riunisce sei listini in Europa e che vede la Cassa francese all’8% (Cdp dovrebbe allinearsi con un peso simile).
In questo modo vedrà la luce un circuito finanziario di dimensioni continentali, un mercato per l’intera Ue, così come voleva Tomaso Padoa Schioppa. “Lui e Mario Draghi – ha detto Gianluca Garbi, già ad di Mts – avevano capito l’importanza della Capital Markets Union con 15 anni di anticipo. Ma nel 2007 Borsa venne ceduta agli inglesi e il progetto si arenò”. Oggi si può ripartire.